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GeForce Now | Recensione

Arrivato dopo un rodaggio durato ben cinque anni tra closed e open beta, in questi giorni Nvidia ha lanciato sul mercato il suo servizio di cloud gaming GeForce Now, uscendo definitivamente dal “periodo di prova”. Andiamo a scoprire come si comporta.

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Avatar di Marco Locatelli

a cura di Marco Locatelli

Pubblicato il 17/02/2020 alle 11:00
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  • Pro
    • - Streaming stabile e personalizzabile
    • - Possibilità di attivare il ray tracing per i giochi che lo supportano
    • - Rigiocare titoli già acquistati su Steam, Uplay ed Epic Game Store
    • - Oltre 100 videogiochi disponibili
    • - Disponibile su smartphone e tablet Android, nonché Shield TV e PC
    • - Costa 5 euro con tre mesi gratis, meno di servizi simili
  • Contro
    • - Manca il 4K
    • - Interfaccia utente grezza e modalità d'accesso ai giochi macchinose
    • - Sessioni di solo 1 ora per la versione free

Il verdetto di Tom's Hardware

8

GeForce Now è tanto grezzo nella sua interfaccia utente – dove, ne siamo certi, Nvidia metterà mano nei prossimi mesi – quanto è stabile il suo streaming. I cinque anni di test tra beta chiuse e aperte hanno senza dubbio aiutato a portare, oggi, un servizio maturo e rodato, capace di competere – se non superare, per certi versi – le altre soluzioni presenti sul mercato come PlayStation Now e Google Stadia. Con il valore aggiunto che i giochi non devono essere (ri)comprati. Cosa volere di più? La risoluzione 4K.


Informazioni sul prodotto

Immagine di GeForce Now

GeForce Now

C'erano una volta le cartucce, e i floppy disk che sono diventati CD, poi DVD e Blu-ray. Evoluzione naturale. Poi però l'avvento del digital delivery ha dato inizio a un processo di “smaterializzazione”. Rivoluzione, questa volta. Il digitale ha gradualmente sostituito i supporti fisici, cambiando per sempre il modo di accedere a dati, film, musica e videogiochi. E infine è arrivato il cloud - dati disponibili sempre, ovunque e su qualunque dispositivo grazie alla rete - dapprima semplicemente per archiviare foto, video e documenti e ora la colonna portante dei servizi di streaming musicale e video, da Spotify a Netflix (tanto per citarne due). Una tecnologia che prima o poi avrebbe potuto (e dovuto?) coinvolgere i videogiochi.

E così è stato. Inevitabilmente. Dopo anni di sperimentazioni più o meno fortunate, con prodotti che sembravano prototipi arrivati al momento sbagliato (qualcuno ha detto OnLive?), oggi la corsa allo streaming dei videogiochi è serratissima, e a buttarsici sopra non solo i colossi del gaming Sony e Microsoft (rispettivamente con PS Now e xCloud) ma anche diversi outsider come Google Stadia e, appunto, Nvidia con il suo GeForce Now. Arrivato dopo un rodaggio durato ben cinque anni tra closed e open beta, in questi giorni il gigante californiano delle schede video ha lanciato sul mercato il suo servizio di cloud gaming, uscendo definitivamente dal “periodo di prova”.

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Cosa è GeForce Now? In breve

GeForce Now è la piattaforma di cloud gaming per PC, Mac, smartphone e tablet Android e Shield TV che permette di videogiocare ai titoli già posseduti su Steam, Uplay, Epic Games Store (fino a pochi giorni fa anche Battle.net ma poi Activision Blizzard ha rimosso tutti i suoi titoli, senza alcuna motivazione). E già qua troviamo una forte differenza rispetto alle altre soluzioni disponibili, come Stadia, dove è necessario (ri)acquistare i giochi (o accedere a quelli gratuiti, inclusi nell'abbonamento), oppure la formula “all you can eat” di PlayStation Now. Ma per i confronti ci sarà spazio in altre sedi.

Cosa fa GeForce Now, quindi? In pratica la soluzione di cloud gaming targata Nvidia è come se offrisse la possibilità di "noleggiare" un computer a distanza e sfruttarlo da remoto. Ovviamente non ci sarà da preoccuparsi sulla qualità del setup in questione: si tratta di computer da gaming super corazzati con tecnologia Nvidia: con le connessioni più veloci e abbonamento premium ci sarà pure la possibilità di attivare il ray tracing nei giochi che lo supportano, ma attenzione perché la risoluzione massima consentita è il full HD (niente 4K, quindi – almeno per ora). Insomma, l'unico requisito importante e necessario è quello di avere una buona connessione ad internet. Al resto ci penseranno i “computeroni” di Nvidia.

Nota dolente per gli utenti iPhone: al momento i dispositivi mobili della mela morsicata non vengono supportati, mentre c'è il client dedicato per computer Mac che funzionano alla grande con il servizio Nvidia. Stando alle sibilline dichiarazioni di Nvidia, sembra che sia proprio Apple a non aver dato l'ok per portare GeForce Now su iPhone e iPad. Per avere maggiori info su funzionamento, requisiti, giochi disponibili e tanto altro su GeForce Now, leggete lo speciale dedicato curato dal nostro Yuri Polverino.

La prova, gratuita e a pagamento

Ve lo diciamo subito: se volete veramente utilizzare GeForce Now lasciate perdere la soluzione gratuita, perlomeno in questa prima fase. Se non volete spendere i 5,49 euro al mese necessari per l'abbonamento premium, potrete giocare al massimo un'ora per sessione (contro le 6 per gli utenti paganti), decisamente pochino se si considera che, almeno ad oggi, per accedere al servizio free ci sono code lunghissime; quando si è fortunati: spesso, infatti, c'è talmente ressa che il sistema non fa nemmeno partecipare l'utente free alla coda. Durante i nostri test con tale versione, siamo riusciti a giocare molto di rado: praticamente eravamo in grado di accedere solo la mattina presto, sempre previa una coda di qualche minuto. Ovviamente tutto dipende sempre dal numero di utenti connessi, che variano a seconda del giorno dell'orario, quindi ogni test non è mai considerabile come definitivo: dovremo vedere come si evolverà il traffico free nel corso dei mesi.

geforce-now-recensione-76736.jpg

Fatto l'upgrade all'abbonamento a pagamento “Fondatori” (fatelo: ci sono 3 mesi di prova gratuita) la storia è decisamente cambiata: in un batter d'occhio l'applicazione (è necessario installare un piccolo client su PC e un'app su dispositivi mobili) vi butta immediatamente nella mischia. O meglio: all'interno della piattaforma dove avete acquistato il titolo che scegliete di giocare in streaming. Che sia Steam o Uplay non fa differenza: avviato il gioco (dopo averlo cercato nella barra di ricerca – sono presenti un centinaio di giochi), GeForce Now lo installa in pochi istanti (o meglio: installa una piccola porzione necessaria all'avvio) sulla sua macchina. E lo fa direttamente dall'interfaccia di Steam o Uplay, aggiornamenti compresi. Poi GeForce Now fa partire il titolo alla risoluzione che più si adatta alla connessione del giocatore, ma c'è sempre la possibilità di modificare risoluzione e dettagli grafici dalle impostazioni del gioco. E non dimenticatevi del ray tracing.

Il meccanismo funziona benone, anche se si rivela un po' macchinoso (rispetto a Stadia, ad esempio, dove i titoli partono con un click) qualora si volessero aggiungere diversi giochi alla propria libreria. Sarebbe stato più comodo, ad esempio - oltre alla possibilità di aggiungere un gioco per volta manualmente – creare anche un sistema che automaticamente aggiungesse alla libreria GeForce Now tutti i titoli compatibili e presenti nelle librerie di Steam, Uplay o Epic Game Store dell'utente. Inoltre, se si dispone di un sistema di autenticazione a due fattori, ad esempio su Steam, il processo di avvio sarà ancora più lento dato che ogni volta sarà necessario fare il login. Ma evidentemente è lo scotto da pagare se si vogliono titoli già acquistati su altri lidi.

La connessione è...Tutto!

Dobbiamo ammetterlo: i cinque anni di beta hanno dato i loro frutti e ora GeForce Now può contare su una tecnologia super rodata e stabile. Bruttina da vedere l'interfaccia utente, vero, ma siamo sicuri che con futuri aggiornamenti verrà abbellita giusto un po'. Ma quello che conta è l'efficienza, e il cloud gaming firmato Nvidia non ci ha delusi, anzi: ci ha sorpreso in positivo. Attenzione, però: non è nostra intenzione darvi false illusioni. Per poter giocare senza problemi di lag anche ai titoli più frenetici dovrete poter contare su connessioni di buon livello e stabili. E considerato che l'Italia nella recente classifica delle connessioni ad internet stilata da Cable si è classificata 47esima, con una velocità media di connessione pari a 17,3 Mbps, è chiaro che in diverse zone del nostro paese il cloud gaming resta una chimera o comunque non è godibile come dovrebbe.

I requisiti di sistema parlano di almeno 15Mbps per un'esperienza di gioco a risoluzione 1280x 720 pixel a 60fps, mentre si può salire a 1920x1080 con 60 fps se si dispone di una larghezza di banda superiore a 25 Mbps. Per godere al meglio del servizio è però consigliata una connessione superiore ai 50 Mbps e latenza inferiore ai 40 ms, come si può vedere dal test di connessione che viene eseguito dal client al primo avvio. Ma niente paura: nella nostra prova – con una "umile" connessione Eolo da 30 Mbps via ethernet su PC desktop – siamo riusciti a giocare senza evidenti problemi di latenza ad uno sparatutto super frenetico come Doom con risoluzione a 720p. Passando a 1080p la situazione è diventata meno stabile e con l'input lag leggermente più percettibile, ma per la maggior parte del tempo ci siamo dimenticati di essere all'interno di una partita streaming ed è filato tutto liscio come l'olio.

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Va da sé che con titoli poco dinamici l'input lag diventa meno evidente e quindi anche l'esperienza ancora più godibile. Input lag a parte, vuoi mettere giocare a The Witcher 3 a 1080p su un vecchio portatile dove lo Strigo lo potreste vedere, nella migliore delle ipotesi, a 20fps con dettagli al minimo sindacale? Buona anche la prova su dispositivi mobili, connessi ovviamente questa volta via wireless. Leggermente meno stabile lo streming rispetto alla soluzione cablata, ma l'esperienza di gioco si è rivelata ancora godibile.

Se avete voglia di smanettare un po' con i setting, vale la pena sottolineare la presenza di tre preset proposti da Nvidia a seconda dell'esperienza che si sta cercando: "equilibrata" che sfrutta tutta la larghezza di banda per offrire la miglior combinazione di qualità immagine e reattività; “rispamio dati” che sacrifica la qualità dell'immagine per limitare il consumo, adatto per chi ha connessioni meno veloci; "competitiva" che si focalizza sulla riduzione al minimo della latenza, sacrificando la qualità visiva in favore della reattività quando necessario. Poi ci sono anche le impostazioni personalizzate dove si può mettere mano a risoluzione, bitrate (da 5 a 50 Mbps), v-sync e frame per secondo (60/30).

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