Beyond: Due Anime, Ellen Page protagonista da Oscar

Recensione di Beyond: Due Anime, il nuovo gioco di Quantic Dream che esplora il labile confine fra film ed esperienza interattiva.

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a cura di Tom's Hardware

Ellen Page protagonista da Oscar

Per circa tre quarti della durata di Beyond i giocatori avranno a che fare con un insieme di sequenze isolate l'una dall'altra, ambientate in epoche diverse in un arco temporale di 15 anni. Toccherà al giocatore mettere insieme i pezzi del puzzle, che via via si faranno sempre più chiari.

Quando si usa Jodie la gamma di azioni disponibili è legata a doppio filo all'ambiente circostante. Avvicinandosi a un oggetto si potrà interagire con esso con lo stick destro del joypad, sempre che sia possibile farlo. Per distinguere gli elementi interattivi basta controllare la presenza di un puntino bianco, inserito dagli sviluppatori proprio per facilitare l'esperienza di gioco.

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L'obbiettivo era creare uno strumento poco invasivo, che non occupasse molto spazio sullo schermo in modo da aumentare l'immersione con il gioco. Il risultato è stato raggiunto solo in parte. Se un piccolo cerchio bianco è un buon modo per dare poco fastidio allo stesso tempo lascia qualche dubbio su come si debba interagire con un certo elemento.

Per esempio, per passare sotto un ostacolo bisognerà premere la levetta analogica destra verso il basso, mentre al contrario per scavalcarlo si dovrà muovere lo stick verso l'alto. In modo simile le stesse azioni si ripetono premendo la levetta a destra e sinistra, ma durante le sequenze più concitate le cose si fanno più complicate.

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In uno scontro a mani nude bisognerà premere lo stick verso la direzione del nostro aggressore per avere la meglio, ma le inquadrature dinamiche e le mosse degli avversari non facilitano la vita. Fortunatamente il gioco rende le cose meno frustranti rallentando il tempo durante i momenti cruciali, ma a volte si avrà comunque la sensazione di aver sbagliato un comando per non aver capito molto bene cosa fare, o in che direzione premere lo stick analogico.

Qualche aiuto in più a livello visivo, come in Heavy Rain, avrebbe dato sicuramente più "fastidio", ma scommettiamo che i pregi relativi a una maggiore chiarezza dei comandi avrebbero migliorato l'esperienza complessiva. Approviamo invece la scelta di snellire i comandi usando principalmente la levetta destra, affiancata solo in alcuni casi dai classici tasti frontali e dorsali per azioni più complesse.