Dove sono?
Del famoso ospedale fino al "nowhere", Origins ci propone un giro turistico completamente diverso di Silent Hill. Se la maggior parte degli edifici visitati è familiare, questo nuovo episodio propone tuttavia due luoghi completamente nuovi che raggiungono il culmine dell'orrore che la saga ha costruito.
In passato, giostre o orfanotrofi erano stati pretesti per ogni specie di decadenze mostruose. Saremo sicuri di non essere mai passati nei resti degli ambienti lugubri dove ha camminato Travis, grazie anche alla realizzazione grafica del titolo, che è proporzionale alle sue ambizioni, portando sullo schermo Silent Hill nella sua mostruosa interezza. Sia tramite scene cinematografiche, che con sequenze in-game di una limpidezza esemplare, Silent Hill: Origins può vantarsi di essere uno dei più bei giochi a graziare la PSP fino ad oggi. Inoltre, Akira Yamaoka ha composto nuovamente una colonna sonora di spicco. Il tema principale, malinconico, è una finezza, come la versione cantata, interpretata come al solito da Melissa Williamson.
Tuttavia, i dubbi che si potevano avere all'idea di vedere un episodio della serie su console portatile sembrano giustificati. Non è raro rammaricarsi che lo schermo non sia più grande per guardare interamente un corridoio scuro dove si muovono due creature gigantesche, o una scena che è la prova di un massacro perpetrato da uno dei personaggi più atroci del gioco. In breve, se la console non è di per sé responsabile, lo schermo della PSP non è il vettore adatto a mostrare l'orrore intenso di cui Origins è visceralmente intriso. Inoltre alcuni problemi con l'inquadratura si rivelano a volte davvero noiose e nuocciono chiaramente alla giocabilità del titolo: ad esempio, è possibile effettuare un mezzo giro senza che la telecamera si muova e risulta estremamente infelice quando avete tutti i peggiori abomini demoniaci intorno e andrete a finire tra le loro fauci senza volerlo.