Sistema di controllo vs. PSP: La sfida più difficile

Cosa mancava per consacrare definitivamente le virtù dell’handheld targato Sony, dopo le notevoli soddisfazioni raggiunte grazie a veri e propri capolavori come Lumines, Virtua Tennis World Tour, G.T.A. Liberty City Stories, Daxter e Loco Roco? Ma un picchiaduro coi fiocchi, Tekken: Dark Resurrection

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a cura di Tom's Hardware

Sistema di controllo vs. PSP: la sfida più difficile

Un paio di perplessità che potrebbero a questo punto sorgere spontanee è se Namco Bandai sia effettivamente riuscita a realizzare un sistema di controllo perfettamente calibrato sulle particolari specifiche della pulsantiera in dotazione alla PSP, nonché se il parco mosse dei personaggi abbia subito a causa del porting rilevanti semplificazioni, come ad esempio avvenuto in Dragonball Z Shin Budokai.

Ebbene, per quanto concerne intanto il set di mosse, niente paura: sterminato, come al solito, con la possibilità di effettuare attacchi, contrattacchi, proiezioni, scivolate, salti, crouching, mosse speciali, parring e 10 hit combos, esattamente come in Tekken 5. Certo, l’esecuzione corretta di tutti questi colpi presupponeva la sussistenza di almeno tre condizioni base: un sistema di gestione delle collisioni decisamente valido (e qui ci siamo), il supporto pieno delle tre assi dimensionali per quanto concerne i movimenti dei due antagonisti (anche stavolta non ci sono problemi) e, infine, se non un joystick arcade o un gamepad, la presenza almeno di una pulsantiera dotata di funzionalità e di precisione. È anche questo il caso della PSP? Nonostante tutto ciò che si possa aver letto in giro negli ultimi tempi, il giudizio che si può esprimere sulla risposta dei comandi della console targata Sony è decisamente positivo, soprattutto in merito al D-Pad, che ha dimostrato di possedere una buona sensibilità, anche nel momento in cui è necessario premere contemporaneamente i tasti corrispondenti a due direzioni. Dal canto loro, i classici pulsanti X, quadrato, cerchio e triangolo, abbinati come previsto ai colpi da eseguire con i quattro arti del corpo, assolvono pienamente al loro dovere.

C’è solo un appunto che può essere mosso a discapito del portatile firmato da Kutaragi San: nel manovrare la pulsantiera per sferrare gli attacchi più complicati, bisogna cercare di non inclinare eccessivamente la console in un senso o in un altro se si desidera mantenere costantemente un corretto angolo di visuale rispetto allo schermo, un indubbio elemento di difficoltà che, ovviamente, non si incontra mentre si gioca con una console da tavolo. Ma ciò potrebbe essere classificato come un problema ascrivibile a tutti i portatili in generale, tanto più che ai tasti dorsali della PSP non è stata assegnata stavolta alcuna funzione.