The ghost of the king of iron first tournament

Cosa mancava per consacrare definitivamente le virtù dell’handheld targato Sony, dopo le notevoli soddisfazioni raggiunte grazie a veri e propri capolavori come Lumines, Virtua Tennis World Tour, G.T.A. Liberty City Stories, Daxter e Loco Roco? Ma un picchiaduro coi fiocchi, Tekken: Dark Resurrection

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a cura di Tom's Hardware

The ghost of the king of iron first tournament

Senza dubbio, con Tekken: Dark Resurrection ci troviamo davanti a un titolo che non ha nulla da invidiare, per modalità di gioco, a qualsiasi beat’ em up mai apparso sulle piattaforme casalinghe: intanto, tutti e 33 i lottatori presenti nel gioco, tra cui figurano due nuovi campioni, Lili e Dragunov, sono disponibili fin dall’inizio, offrendo così la possibilità all’utente di selezionare il proprio eroe preferito senza dover attendere di sbloccarlo.

Ma i miglioramenti non si fermano qui, vale la pena infatti segnalare subito una delle caratteristiche più interessanti inserite in questo capitolo portatile: il ghost system. In sostanza, quando si gioca sia contro la CPU che contro un amico - solo attraverso la connessione wi-fi in rete locale, non sono previsti match on-line, purtroppo - la potenza dell’avversario da affrontare aumenta o diminuisce proporzionalmente alla quantità di punti esperienza accumulati nel corso dei combattimenti, e al suo livello di ranking, traducibile nel numero di Kyu e successivamente di Dan ottenuti, secondo una classificazione tipicamente derivata dalle arti marziali. Tutti questi dati vengono salvati volta per volta in un apposito file chiamato ghost, che tra l’altro rimane “agganciato” al lottatore selezionato, e non al profilo utente creato all’inizio del gioco. Ora, se nelle sfide contro la CPU le statistiche di ogni personaggio vengono simulate a seconda del livello di difficoltà selezionato prima di scendere nell’arena, quando si combatte contro un amico in wi-fi, oltre che della sua bravura, bisognerà tener conto delle statistiche registrate nel suo file di ghost.

Il luogo per eccellenza dove l’utente ha la possibilità di rimpolpare a dovere i “fantasmi” dei suoi lottatori preferiti è il Tekken Dojo, rappresentativo certamente della modalità di gioco più interessante disponibile nel menu principale del titolo, in parte basata sul modello di apprendimento dei personaggi implementato in Virtua Fighter 4. L’impianto di gioco del Tekken Dojo prevede infatti la partecipazione ad una smisurata serie di tornei da disputare contro i ghost degli avversari gestiti dal computer, che si fanno via via sempre più difficili da sconfiggere. Alla fine di ogni serie di combattimenti si deve affrontare un “ranking match”, aggiudicandosi il quale si riesce a far salire di livello il lottatore prescelto.

Pur non essendo stata prevista, come si diceva, una vera e propria modalità di combattimento on-line, la qual cosa avrebbe definitivamente fatto assurgere Tekken: Dark Resurrection nell’olimpo dei videogiochi, è possibile comunque effettuare l’upload (attraverso naturalmente una connessione internet a banda larga) del proprio ghost su uno specifico server di Namco Bandai, così come il download di quelli caricati da altri giocatori nel resto del mondo, in modo da poterli sfidare successivamente off-line nel Tekken Dojo, anche se solo virtualmente.