Far entrare l'ICT dentro il DNA della società

Il 10 febbraio Huawei ha organizzato il 5G@Europe Summit di Monaco. Un evento con tutti gli operatori europei ed esperti del settore per fare il punto sulla 5G. Si parla di 2020 e una rivoluzione paradigmatica non solo per le prestazioni (10 Gbps).

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

Siamo di fronte a una trasformazione di tale importanza che la maggiore efficacia si avrà solo con una fase di transizione importante e cooperativa. Per altro è la "legacy" di tutte le risorse a disposizione (rete fisica, wireless mobile, etc.) a fare la forza della futura 5G. "Si parla di far entrare l'ICT dentro il DNA della società", ha aggiunto Manzalini. "E questa era la vision di Mark Weiser nel 1991 (The Computer for the 21st Century, NdR.). A quel tempo la tecnologia non era pronta, ora sì. Il processing e lo storage crescono in prestazioni ma costano sempre meno".

Quanto alla collaborazione tra tutte le aziende, per Manzalini (sua opinione personale) è una giusta speranza. "Io credo che l'unica via di uscita sensata sia quella che si consolidi il mercato europeo, con forti collaborazioni fra gli operatori. Una piattaforma di reti e servizi virtualizzata che trova l'accordo e l'integrazione dei vari attori europei. Che offra servizi a tutto il mercato UE, attraverso cose, oggetti…".

Il suo parere è che l'operatore di maggiore successo (domani) sarà quello che riuscirà a essere più vicino all'utente. Interpretare bisogni, anticipare esigenze. "Siamo stati abituati a concentrarci sulle terminazioni di rete. Doppino, SIM. Non dovrà essere più così. La parte finale della rete è l'utente. Lì c'è il grosso valore".

"Noi al Future Center stiamo guardando come mettere insieme le tecnologie emergenti non i modelli di business, ponendo attenzione a quei metri che circondano l'utente. Se riusciremo a trovare l'infrastruttura di rete capace di abilitare questo disegno allora potrebbe costruirsi un nuovo futuro si sostenibilità".