Successi scientifici

Al via fra poche ore le manovre per il gran finale della Missione Rosetta dell'ESA, la prima sonda che per due anni ha volato vicino a una cometa. Ecco gli appuntamenti per seguire la diretta, le ultime manovre di avvicinamento, i primati di Rosetta e i successi scientifici.

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a cura di Elena Re Garbagnati

I dati provenienti da Rosetta mostravano una sorpresa dopo l'altra. Durante il passaggio ravvicinato di Rosetta alla cometa del 2014, lo strumento MIRO ha registrato che tra giugno e agosto, il vapore d'acqua rilasciato dalla cometa è aumentato di un fattore 10.

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Dati raccolti dallo strumento ROSINA hanno mostrato che l'acqua sulla cometa era sostanzialmente diversa dall'acqua sulla Terra. Tale differenza è legata al rapporto degli atomi di Deuterio e Idrogeno nell'acqua. Il Deuterio è un isotopo più pesante dell'Idrogeno che contiene tante particelle neutre quanti protoni. Quando il deuterio si combina con una molecola di ossigeno dà origine alla cosiddetta acqua pesante.

Sulla Terra l'acqua pesante si trova naturalmente mescolata all'acqua normale in quantità di circa 1 parte su 20 milioni di molecole di acqua normale. ROSINA ha trovato che la quantità di deuterio sulla cometa 67P/C-G era maggiore di un fattore 3. Combinando questo risultato circa l'acqua della cometa con osservazioni di molecole di ossigeno e azoto, e del gas nobile argon, è stato determinato che la cometa è antica e formata principalmente dalle componenti fredde di una nube interstellare piuttosto che da una nebula più calda come quella che circondava il nostro Sole durante la sua formazione. È possibile che i costituenti della cometa 67P siano rimasti inalterati già da prima della formazione del Sistema Solare.

È stato studiato anche il rapporto tra polveri e gas emessi ed è emerso che la cometa è più di una polverosa palla ghiacciata. Questa "secchezza" potrebbe inoltre dare indicazioni circa il probabile luogo dove essa si è formata.

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Nell'estate 2015, Rosetta ha inseguito la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko durante il suo massimo avvicinamento al Sole. Uno studio recentemente pubblicato su sulle Monthly Notices della Astronomical Society riporta la mappatura della serie di esplosioni verificatesi sulla superficie della cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko nel corso dei tre mesi di massimo avvicinamento al Sole. Le telecamere a bordo di Rosetta hanno fotografato 34 brevi e potenti esplosioni sulla superficie della cometa. Dai dati raccolti dagli strumenti a bordo della sonda è stato possibile osservare che si trattava di esplosioni improvvise seguite dall'emissione nello spazio di getti di polvere ad alta velocità dalla durata tra i 5 e i 30 minuti.

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Mappature delle esplosioni estive osservate dalla camera OSIRIS di Rosetta (punti blu) e dalla NAVCAM (punti in rosso), tra Luglio e Settembre 2015 sovrapposti ad una mappa regionale della cometa 67P. Crediti: OSIRIS: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA

La causa di queste violente esplosioni potrebbe essere stato il rapido cambiamento di temperatura causato dal passaggio di una regione della cometa dal buio alla luce. Secondo l'analisi delle immagini, ciascuno di questi scoppi potrebbe aver causato l'espulsione di 60-260 tonnellate di materiale dalla superficie della cometa.

Un altro risultato importante è stato ottenuto grazie ai risultati dell'esperimento CONSERT che ci suggeriscono informazioni importanti per capire come nascono le comete. Realizzato allo scopo di studiare la struttura interna della cometa l'esperimento CONSERT consisteva nel far passare onde radio dal nucleo della cometa al lander e all'orbiter. I dati ottenuti hanno mostrato che la porosità della "testa" della cometa è molto alta (circa 75-85%). L'elevata porosità della cometa suggerisce inoltre che la sua formazione sia avvenuta dall'aggregazione di molti piccoli 'cometesimi' che sono caduti gli uni verso gli altri a velocità inferiori ad 1 m/s. L'accumulo di materiale non può essere avvenuto attraverso urti violenti, poiché questi avrebbero portato il materiale a una maggiore compattezza. Invece i cometesemi sembrano essersi semplicemente poggiati gli uni sopra gli altri senza fondersi in un unico pezzo. Tale struttura è nota con il termine di "rubble pile".

A favore di tale teoria vi sono le osservazioni della camera OSIRIS che ha fotografato pozzi ampi e profondi 100 m. Sulle pareti dei famosi pits sono visibili strutture, come abbiamo detto denominate "goose bumps", che hanno un diametro di circa 3 m. Modelli elaborati al computer hanno suggerito che i cometesemi che hanno dato origine alla cometa dovevano avere all'incirca questa dimensione.

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Nell'immagine, le prove del fatto che la cometa 67P è composta da materiale antico, conservato pressoché inalterato dal periodo di formazione del Sistema Solare, aggregatosi a bassa velocità. Crediti: Al centro: ESA/Rosetta/NavCam - CC BY-SA IGO 3.0; Riquadri: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA; Fornasier et al. (2015); ESA/Rosetta/MPS for COSIMA Team MPS / CSNSM / UNIBW / TUORLA / IWF / IAS / ESA / BUW / MPE / LPC2E / LCM / FMI / UTU / LISA / UOFC / v H&S; Langevin et al. (2016)

Ma non finisce qui! Lo strumento ROSINA a bordo della sonda Rosetta ha raccolto dati preziosi sui materiali espulsi dal nucleo della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. Tali dati hanno rivelato la presenza di componenti ritenute cruciali per l'origine della vita sulla Terra tra le quali l'amminoacido glicina, che si trova nelle proteine, e il fosforo, uno degli elementi chiave del DNA e delle membrane cellulari.

La possibilità che l'acqua e le molecole organiche siano state portate sulla Terra da asteroidi e comete, e che così facendo i piccoli corpi del Sistema Solare ci abbiano fornito alcuni degli elementi costitutivi principali per la nascita della vita, è stata dibattuta a lungo dalla comunità scientifica. Se è vero che alcune comete e asteroidi hanno mostrato di contenere acqua con una composizione simile a quella degli oceani terrestri, è anche vero che Rosetta ha trovato differenze significative nella composizione dell'acqua di 67P, alimentando il dibattito sulla genesi dell'acqua sulla Terra.

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Usando la fotocamera CIVA del Philae lander di Rosetta, la sonda ha scattato una 'selfie' con la cometa 67P / Churyumov-Gerasimenko da una distanza di circa 16 km dalla superficie della cometa. L'immagine è stata scattata il 7 ottobre e cattura il lato della navicella Rosetta e uno dei pannelli solari di Rosetta (lunghi 14 m), con la cometa in background. Crediti: ESA/Rosetta/Philae/CIVA

I risultati raccolti da ROSINA mostrano che le comete potrebbero comunque aver svolto un ruolo fondamentale nel manifestarsi della vita come noi la conosciamo.

Questi e molti altri risultati importanti sono stati ottenuti grazie ai dati raccolti da questa incredibile missione. La nostra visione delle comete, della formazione della Terra e degli altri pianeti non sarà più la stessa grazie a Rosetta e Philae. E chissà quali altre sorprese ci riservano i dati raccolti dalla sonda.