Prestazioni, continua

Test Pentax K-3 II. La versione MK II della reflex di punta Pentax riprende dalla progenitrice il robusto corpo in magnesio, il sensore APS-C da 24,3 Mpixel e l'autofocus a 27 punti, ma aggiunge uno stabilizzatore dell'immagine più efficace, la tecnologia Pixel Shift Resolution e la correzione automatica dell'orizzonte. Perde però il flash, che invece era presente sulla prima versione della K-3, per far posto al modulo GPS.

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a cura di Tom's Hardware

Prestazioni, continua

La K-3 II utilizza il sistema autofocus SAFOX 11, basato su un sensore AD ad alta sensibilità (- 3 EV) con un'elevata prontezza di risposta, quando abbinato ad un obiettivo adeguato. Usando una lente a diffrazione nel sistema ottico, viene corretta l'aberrazione cromatica nel gruppo AF, consentendo un rilevamento di alta precisione. La macchina è anche dotata di un sensore che rileva il tipo di sorgente di luce e compensa le leggere deviazioni di fuoco che potrebbero facilmente verificarsi con certe particolari sorgenti di luce artificiale.

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Il modulo AF della Pentax K-3 II

I punti AF sono 27 per offrire grande libertà nella composizione dell'immagine. 25 di questi sono a croce, più efficaci nell'inseguire i soggetti.

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Il selettore della MAF, manuale o automatica, non si trova sull'obiettivo, ma alla base della baionetta; poco sopra, un pulsantino permette di selezionare, mentre si ruota la ghiera posteriore, l'area di messa a fuoco tra:

  • Auto (27 punti AF): la fotocamera seleziona automaticamente l'area AF ottimale basandosi sui 27 punti disponibili.
  • Selezione zona: si rende disponibile un'area di 9 punti AF, che può essere spostata, all'interno della quale la fotocamera seleziona automaticamente il punto AF ottimale.
  • Selezione: si sceglie a piacimento il punto fra uno dei 27 disponibili.
  • Area AF allargata (S, M, L): come prima, ma se il soggetto dovesse uscire dall'area AF dopo che è stato messo a fuoco, intervengono rispettivamente 8, 24 o 26 punti esterni di riserva.
  • Spot: imposta l'area di MAF sul punto centrale dei 27 disponibili.

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AF della Pentax K-3 II in modalità tracking con area di MAF estesa

Nella MAF a rilevamento di fase si può incorrere in fenomeni di front/back focus, per questa ragione la macchina è dotata dell'utile micro-regolazione dell'AF.

In Live View, con messa a fuoco a contrasto direttamente sul sensore, cambiano i modi di messa a fuoco: face detection, inseguimento, punti AF multipli, selezione e spot. Con l'obiettivo che ci è stato fornito per la prova, il Pentax 50 mm f/1.4 SMC P-FA, benché la MAF sia abbastanza rapida per essere a contrasto (0,7 sec. mediamente), si verificano evidenti fenomeni di focus hunting, soprattutto quando le condizioni d'illuminazione diventano critiche. In questo caso, e comunque anche senza l'utilizzo in Live View, interviene spesso l'illuminatore AF entro un raggio di distanza accettabile.

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Live View con istogramma della luminosità e livella elettronica bidimensionale

Tornando alla MAF tradizionale, nel modo singolo (one shot) nulla da eccepire: buona precisione, velocità e affidabilità, compatibilmente con le caratteristiche dell'obiettivo. Il 50 mm f/1.4 FA ha un sistema di movimento a vite dall'interno del corpo macchina (cioè in sostanza il motore AF non è nell'obiettivo) che penalizza la rapidità dell'intervento ed è soprattutto molto rumoroso: ricorda da questo punto di vista il Canon EF 50 mm f/1.8 II.

La linea di obiettivi Pentax è molto diversa da questo punto di vista: ci sono ottiche che funzionano utilizzando il motore AF nel corpo macchina, come appunto il cinquantino fornitoci per la prova, altre che adottano un motore SDM del tipo ad anello e altri ancora con micro-motore DC. Sono questi ultimi che offrono le migliori prestazioni in combinazione al sistema AF della macchina.  

Con i soggetti in movimento verso la fotocamera a velocità ridotta, utilizzando la selezione zona a 9 punti posizionata al centro, abbiamo avuto qualche problema a seguire il soggetto, con tendenza a sganciare man mano che si avvicinava alla macchina per poi riprendere il fuoco. In una sequenza ripresa a media velocità, su 20 scatti, 14 erano a fuoco, il che significa un'accuratezza del 70%.

Selezionando invece il modo spot, con il solo punto di MAF centrale, l'accuratezza è risultata decisamente migliore, pari all'89%. Teniamo però conto che la velocità di movimento del soggetto era piuttosto limitata.

Da ultima, la prova di tracking con soggetto in movimento a zig zag, sempre verso la fotocamera. In questo caso il risultato è stato un modesto 40% di scatti a fuoco sul totale di quelli effettuati. L'autofocus ha iniziato a sganciare quando il soggetto è uscito dall'area di MAF e non è riuscito a riprendere il fuoco quando è rientrato. Anche in questo caso, però, possiamo fare solo una valutazione parziale poiché le caratteristiche dell'obiettivo e l'assenza del micro motore ad anello all'interno dell'obiettivo non rendono giustizia ad un sistema AF di sicuro pregio, ampiamente customizzabile dall'utente. Non siamo a livello di una Canon EOS 7D Mark II o di una Sony α 77 Mark II, tuttavia non possiamo lamentarci per le prestazioni che è in grado di offrire e per la versatilità nelle impostazioni.

La massima velocità di scatto a raffica è di 9,4 fps in JPEG per 24 frame, prima che la velocità rallenti. Abbiamo notato che dopo un burst, anche a velocità intermedia, occorre parecchio tempo prima che i frame vengano trasferiti dal buffer alla scheda di memoria: parliamo di oltre 20 secondi!

In RAW la massima velocità di scatto è di 8,2 fps. Si tratta comunque di una frequenza notevole per essere una reflex, tenuto conto del movimento dello specchio!

Il sistema esposimetrico è semplicemente eccellente. Analizzando sul nostro monitor di riferimento (Eizo) i numerosi scatti effettuati nel corso della prova, non ci siamo mai imbattuti in foto sovra o sotto esposte, perlomeno utilizzando il sistema di misurazione della luce valutativo.

Nella foto seguente, le letture dell'esposimetro a confronto (multi zona, media ponderata al centro e spot):

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Confronto fra i tre sistemi esposimetrici di cui è dotata la K-3 II

Per il controllo del range dinamico, la macchina offre la possibilità di agire sia sulle alte luci sia sulle ombre, in maniera ovviamente indipendente. Nel primo caso (correzione alte luci, dove si espande la gamma dinamica per evitare aree sovraesposte), non abbiamo riscontrato differenze a livello visivo così evidenti, che sono invece molto più marcate nel secondo caso.

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Correzione alte luci (disabilitata a sinistra, abilitata a destra)

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Correzione ombre

Non manca l'HDR, con possibilità d'impostare il fattore di correzione e l'auto-allineamento delle immagini riprese. Nel modo video, l'HDR è disponibile solo nelle riprese intervallate.