Prove sul campo

Otto studenti italiani hanno avuto l'approvazione dell'ESA per un innovativo radiatore spaziale che sfrutta attuatori a polimeri elettro attivi. A settembre 2014 volerà a bordo di un pallone stratosferico BEXUS per il primo test.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Prove sul campo

Ma quali sono le condizioni ideali di funzionamento e quali i limiti estremi? "Abbiamo fatto delle simulazioni software e anche costruite internamente da noi con codice Matlab e abbiamo provato a dare delle condizioni tipiche dell'ambiente spaziale. Per intenderci, a 40 Km di altitudine ci sono -80/-90° C e la pressione è quasi nulla. In queste simulazioni Polaris si è rivelato molto efficace: con una potenza utilizzata inferiore ad 1 Watt siamo riusciti a mantenere la temperatura del nostro finto payload abbondantemente entro il suo range operativo, garantendone la sopravvivenza e il corretto funzionamento. Per altri dati servono ulteriori test, che faranno emergere limiti e potenzialità del radiatore".

BEXUS

Il vero test sarà però il lancio in stratosfera sul pallone Bexus. Durante tutta la durata del volo i dati saranno elaborati dal computer di bordo e immagazzinati nella memoria interna. Una volta tornati a terra saranno elaborati per verificare il corretto funzionamento e l’efficienza effettiva di Polaris. Il software di elaborazione lo produrremo noi ex novo, e avrà il compito di garantire, tramite i dati dei sensori, il mantenimento della temperatura del payload grazie all’attivazione degli EAP".