Corpo macchina ed ergonomia
Tecnologia Translucent
La Sony α99 II, come tutte le attuali reflex del costruttore giapponese a partire dalla SLT α33, sono basate sulla tecnologia Translucent Mirror, brevettata appunto da Sony. A differenza di quanto avviene nelle reflex digitali tradizionali, tale tecnologia sostituisce lo specchio ribaltabile con uno fisso semitrasparente (translucido), in grado di separare in due il percorso ottico della luce tra il sensore immagini principale e un sensore di messa a fuoco automatica a rilevamento di fase. Uno raggiungerà in modo continuo il sensore, mentre l'altro si dirigerà verso il sistema autofocus. In questo modo, è possibile visualizzare in tempo reale l'anteprima dell'immagine ad alta risoluzione, con una precisa messa a fuoco automatica, tramite il display LCD o il mirino che, in tal caso, è ovviamente elettronico. Da questo punto di vista, questo tipo di macchine ricordano una mirrorless, con le differenze fondamentali che il sistema di MAF non è a contrasto (sul sensore) ma a rilevamento di fase e che, ovviamente, lo specchio c'è!
Grazie alla meccanica semplificata, che riduce le dimensioni e la complessità della fotocamera (non vi è il meccanismo di ribaltamento dello specchio), la tecnologia Translucent Mirror consente di superare alcuni limiti delle reflex tradizionali. A differenza di queste ultime, in cui lo specchio sollevato impedisce alla luce di raggiungere il mirino ottico durante le riprese, ora è possibile visualizzare l'anteprima dell'immagine video in tempo reale tramite l'ausilio dell'EVF.
La tecnologia Translucent Mirror permette anche di effettuare riprese video con una precisa tracciatura della messa a fuoco automatica a rilevamento di fase per i soggetti in movimento.
Infine, anche il burst rate è più elevato per evidenti ragioni meccaniche dovute allo specchio fisso.
Sul web ci sono alcuni filmati esplicativi di questa tecnologia, ve ne segnaliamo uno in particolare.
Particolarità tecniche
Il sensore full-frame CMOS Exmor R retroilluminato da 42,4 MP della α99 II ha una struttura delle micro lenti di tipo "gapless" e permette la rilevazione rapida d'ingenti volumi di dati, oltre a garantire un'efficienza totale nella raccolta della luce. E'realizzato dalla stessa Sony, che è anche il maggior produttore mondiale di sensori per fotocamere e camcorder digitali.
È stato concepito senza filtro passa-basso ottico per una maggior risoluzione percepita; si può scegliere di registrare i file nei formati JPEG e RAW compresso o non compresso in base alle proprie esigenze.
Per l'elaborazione delle immagini, si è fatto uso del noto processore BIONZ X, il medesimo impiegato su altre fotocamere Sony. Si tratta di un'unità a 16 bit con uscita RAW a 14 bit. Con questo processore, i livelli di risoluzione e texture sono stati ulteriormente migliorati grazie alle più avanzate tecnologie di riproduzione dei dettagli, riduzione del rumore per aree e riduzione della diffrazione.
L'algoritmo di riduzione del rumore selettivo agisce dividendo l'immagine in aree sulla base di pattern predeterminati (come i bordi, texture e le aree colorate in modo uniforme), poi applica la riduzione del rumore più appropriata per ciascuna area per limitare notevolmente il rumore complessivo e migliorare la qualità delle immagini soprattutto agli alti ISO.In questa fotocamera, il flusso di dati è stato ottimizzato per consentire alta risoluzione e scatto continuo ad alti frame rate. Il nuovo chip d'interfaccia LSI lavora in sinergia con il sensore d'immagine e il processore BIONZ X, oltre che con l'otturatore riconfigurato, per consentire lo scatto continuo fino a 12 fps con tracking AF/AE, sfruttando appieno i 42,4 MP del sensore.
Un'altra importante caratteristica introdotta con i modelli É‘7 II e trasferita all'É‘99 II è il sistema di stabilizzazione dell'immagine integrato a 5 assi SteadyShot, al suo esordio assoluto in questo modello con innesto A. Oltre ai movimenti di beccheggio e imbardata frequenti utilizzando i teleobiettivi, questo sistema rileva e compensa in modo efficace le vibrazioni sugli assi X e Y nello scatto dei primi piani, oltre al rollio che si verifica nelle fotografie e i filmati di notte. I sensori giroscopici di precisione rilevano anche i minimi movimenti della fotocamera in grado di causare il mosso, con un'efficacia reale di circa 4,5 f/stop, utile per sfruttare appieno il potenziale del sensore da 42,4 MP negli scatti come nei video.
Dal punto di vista realizzativo, il nuovo modello è più piccolo dell'8% rispetto alla precedente versione dell'É‘99, vanta una nuova impugnatura per un grip migliorato, corpo in lega di magnesio tropicalizzato con i tasti e le ghiere principali protetti da guarnizioni, doppio slot per schede SD e altre migliorie volte ad agevolare la comodità d'uso.
Il silenzioso controller multiplo introdotto nel modello É‘99 originale è stato perfezionato in modo da consentire, oltre al controllo di apertura, velocità dell'otturatore, ISO, compensazione dell'esposizione, area AF, modalità AF e altre impostazioni, anche l'attivazione e la disattivazione dei clic dei fermi. In modalità ON, in genere preferibile per la fotografia, i clic dei fermi sono attivi, consentendo il controllo tattile della rotazione, mentre in modalità OFF il controller ruota in modo fluido e silenzioso, ideale per la registrazione di filmati.
L'acquisizione di dati sulla posizione è resa possibile dalla connessione Bluetooth a un dispositivo mobile compatibile, e la posizione di archiviazione è selezionabile, scegliendo tra un computer abilitato al tethering o la fotocamera stessa, per chi preferisce rivedere immediatamente gli scatti senza interrompere lo shooting.
Effetti speciali
Pur trattandosi di una macchina professionale, i progettisti della Sony non hanno voluto far mancare all'ɑ99 II una serie di effetti speciali, che vi mostriamo di seguito:
In alcuni effetti si può poi scegliere il livello d'intensità, cambiare il colore parziale ecc.
Presente ovviamente anche il modo Panorama, che a differenza di altre fotocamere può essere sia normale che ampio, con cui è possibile riprendere muovendosi in quattro direzioni: