The Mandalorian 15: Il Vendicatore. Tutti i riferimenti e le citazioni della saga di Star Wars

Il Vendicatore è il quindicesimo capitolo di The Mandalorian, la serie di Star Wars disponibile su Disney+. Ecco le citazioni e i riferimenti alla saga presenti nell'episodio

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a cura di Manuel Enrico

Giunti alla penultima puntata della seconda stagione di The Mandalorian, la trama orizzontale della serie live action di Star Wars disponibile su Disney+ si lancia verso un finale che promette scintille. La situazione è decisamente precipitata dopo gli eventi di La Tragedia, in cui Moff Gideon è riuscito a rapire il piccolo Grogu, utilizzando i suoi Soldati Oscuri. Un evento che ha spinto Din Diarin a lanciarsi in una missione di salvataggio disperata, aiutato da Cara Dune, Fennec Shand e Boba Fett.

In Il Vendicatore, al gruppo si unisce anche una vecchia conoscenza, Mayfeld, il cui passato imperiale sarà fondamentale per entrare in possesso di informazioni essenziali per scovare la posizione dell’astronave di Gideon. Ovviamente, non possono mancare nemmeno in Il Vendicatore riferimenti e citazioni della saga di Star Wars.

  ATTENZIONE: Quanto segue contiene una serie di importanti spoiler sul quindicesimo episodio di The Mandalorian

Una seconda occasione

Per recuperare Mayfeld, il gruppo guidato da Mando si reca in una prigione in cui il criminale, conosciuto durante l’episodio Il Prigioniero, è condannato ai lavori forzati. La prima scena dell’episodio vede un’astronave passare nei cieli di questo mondo prigione, tagliando per la scena in modo simile a quello in cui compariva in Una nuova speranza la Tantive IV con a bordo Leia.

 La discarica in cui viene trovato Mayfeld sembra un centro di recupero di rottami accumulati durante le precedenti guerre.

Possiamo vedere TIE Fighter, resti di X-Wing, che vengono spostati tramite l’utilizzo di un vecchio AT-AT riconvertito a gru, simile a quello visto in L’Erede. Il recupero di questi materiali, che vengono riciclati per la costruzione di nuove astronavi, era comparso già nei romanzi della trilogia di Aftermath.

 Missione sotto copertura

Il piano di Migs Mayfeld è semplice: infiltrarsi in uno sperduto avamposto minerario imperiale, per accedere alla rete informativa dell’Impero. Questa raffineria processa il rhydonium, materiale altamente esplosivo che viene citato in The Clone Wars e Star Wars: Rebels, e si trova sul pianeta Morak, citato nella trilogia di romanzi di Aftermath.

Infiltrarsi all’interno dell’installazione imperiale impone una decisione difficile a Mando e compagni di seguire il galeotto all’interno della base, ma chi lo accompagnera?

Quando Mando propone a Boba Fett di seguire Mayfeld, il bounty hunter deve declinare l’offerta

“Potrebbero riconoscere la mia faccia”

Essendo un clone di Jango Fett, Boba potrebbe essere facilmente riconosciuto dagli scanner imperiali. Un pericolo che mette fuori gioco anche Cara Dune, considerato che questa installazione è gestita dall’ISB, il vecchio Bureau Imperiale della Sicurezza, cui apparteneva anche Gideon, e citato spesso in Star Wars: Rebels.

Tocca quindi a Mando seguire Mayfeld, una scelta che gli impone di rinunciare alla sua armatura e mostrare il suo viso, andando contro il suo credo. D’altronde, Pedro Pascal, per contratto, deve mostrare almeno in un episodio a stagione il suo volto.

All’interno della raffineria imperiale, Mayfeld e Mando sono circondati da ogni tipologia di soldato imperiale, compresi gli shore trooper visti in Rogue One e dei soldati addetti ai cannoni di difesa che sfoggiano un casco allungato visto per la prima volta in Una Nuova Speranza, indossato dai militari che operavano i comandi della Morte Nera.

Quando Mando e Mayfeld vengono bloccati da Valin Hess, precedentemente capo del galeotto durante il suo passato da operativo per l’Impero, ne nasce una discussione in cui vengono citati diversi nomi noti ai fan della saga. Dal pianeta Tanaab (nominato in Il Ritorno dello Jedi e nel romanzo Tarkin) alla famigerata Operazione Cenere. Quest’ultima, citata per la prima volta nel fumetto L’Impero in pezzi, viene sviluppata maggiormente nel videogioco Star Wars: Battlefront, in cui si scopre che era un piano dell’Imperatore attuato dopo la Battaglia di Yavin, che prevedeva la distruzione dei pianeti fondamentali dell’Impero a rischio di finire in mano all’Alleanza Ribelle.

Da notare come Hess faccia riferimento al fatto che i resti dell’Impero si stiano riorganizzando e che, secondo lui, la gente vuole l’ordine, convinto che solo l’Impero sia in grado di rispondere a questa esigenza. Potrebbe trattarsi nuovamente di un richiamo alla nascita del Primo Ordine.

Durante la fuga dall’installazione imperiale, Mayfeld mostra doti da cecchino incredibili utilizzando il fucile a cicli, arma che Boba Fett ha portato con sé da Tattoine. Stiamo parlando dell’arma tipica dei predoni Tusken.

Sempre durante l’estrazione dall’impianto minerario, abbiamo un richiamo a L’attacco dei Cloni, quando per sfuggire a due TIE, Boba Fett rilascia sulla scia della Slave I una carica sismica. Mossa che fece suo padre Jango per seminare Obi-Wan all’interno di un campo di asteroidi in prossimità di Geonosis nel citato Episodio II

Sulle tracce di Gideon

Al termine dell’episodio, Moff Gideon riceve un olomessaggio da parte di Din Djarin, che lo avvisa del suo arrivo per riprendersi il piccolo. Le parole utilizzate da Mando sono le stesse con cui l’ufficiale imperiale aveva preteso la consegna di Grogu nel settimo capitolo.

 The Mandalorian: Il Vendicatore

Solo alla fine di questo episodio si intuisce chi sia il vendicatore del titolo, ossia Migs Mayfeld. Presentato come una canaglia,a Mayfeld ha un’occsione di riscatto, che viene attentamente costruita per tutto l’episodio. Il contrasto emotivo tra il galeotto e Mando è ben delineato, si parla di convinzioni personali e punti di rottura, e in Il Vendicatore assistiamo alle conseguenze di questi due stati d’animo.

Da un lato, Din è disposto a mostrare il proprio volto, pur di ottenere le informazioni necessarie a salvare Grogu, dall’altro Mayfeld rischia di mandare a monte l’operazione per via delle ferite interiori legate alla tremenda Operazione Cenere. Quello che ci è stato presentato come un villain in Il Prigioniero, alla fine de Il Vendicatore è un personaggio diverso, più umano e con cui lo spettatore può empatizzare.

Si tratta di uno dei punti forti di The Mandalorian, che fedele alla tradizione di Star Wars gioca molto bene sul piano emotivo, attirando gli spettatori con personaggi che sappiano far leva sulle giuste corde emotive. Ruolo che tocca maggiormente a Mayfeld, che con cinico distacco non manca di far notare che nell’eterno scontro tra Impero e Nuova Repubblica rimangono feriti innocenti e popolazioni di pianeti remoti per cui il dominio dell’uno o dell’altro, che in modo diverso intendono comunque sfruttare risorse per la loro guerra, non fa differenza.

Il Vendicatore è anche un buon episodio d’azione, grazie alla sequenza dell’assalto dei pirati al trasporto e alla sparatoria nella base imperiale. Occasione sfruttata alla perfezione per definire ulteriormente lo stretto rapporto tra Din Djarin e la sua armatura: indossando un’armatura imperiale, inizialmente il mandaloriano combatte seguendo una memoria muscolare, che si scontra con la fragilità della dotazione imperiale. È interessante vedere inizialmente Mando in difficoltà, assistendo poi alla sua dimostrazione di prodezza marziale nell’affrontare un gran numero di pirati. L’adrenalina scorre e ci porta verso un finale che preannuncia una resa dei conti che rende particolarmente atteso il prossimo e ultimo episodio di questa seconda stagione di The Mandalorian.

Gli episodi precedenti

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