Impatti dei timing di memoria sui benchmark

In questo articolo abbiamo dato uno sguardo alle prestazioni della memoria di sistema per rispondere ad alcune domande tecniche. I timing ridotti permettono prestazioni migliori rispetto alle alte frequenze? Quanto conta la velocità della memoria sulle prestazioni generali? Leggete per scoprirlo.

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a cura di Tom's Hardware

Impatti dei timing della memoria sui benchmark

I test sono stati effettuati con HTT 290 MHz e rapporto 2/3, e cioèi 193 MHz – che equivale a delle DDR386.

L’impostazione dei timing differenti produce risultanti abbastanza scalabili nel SuperPI, considerando che nel 3DMark01 la media dei tre risultati rappresenta le normali variazioni nei benchmark. I risultati con Everest sono normali e SiSoft Sandra non sembra risentire dei timing.

La cosa più interessante è confrontare i timing più alti con quelli più bassi. Quando si prendono i timing e si cambia il clock della memoria di sistema da 200 a 290 MHz, abbiamo notato il 5.2% e il 3.5% di prestazioni in più nel SuperPI e nel 3DMark01. Portando la frequenza di clock a 193 MHz e cambiando i timing da CL3.0-4-4-7 a CL2.0-2-2-6 – impostazioni che userete con le DDR600 e DDR400 rispettivamente – vedrete una differenza del 5.1% e 5.7%. Interessante è che la differenza tra il migliore e il peggior punteggio al SuperPI è di 19 secondi in entrambi i casi.

Sembra che il 3DMark01 reagisca in maniera peggiore ai timing più alti rispetto alla bassa frequenza della memoria. In ogni caso, un CL2.0-2-2-6 @ DDR386 è sorpassato dal CL2.5-4-3-7 @ DDR580 in tutti i nostri test. La sincronia tra HTT e velocità di memoria quando si usano DDR580 potrebbe svolgere inoltre un ruolo importante.

Questi timing possono solamente essere raggiunti a quella velocità, ovvero quando si usano moduli 2x 512 o 2x 256 MB. Se trovate moduli 2x 1 GB che funzionano con queste impostazioni, dovrete usare CL3.0-3-3-7, o meglio CL3.0-4-4-8.

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