A parte il fatto che i monitor TFT necessitano di dati digitali per visualizzare l’immagine, questi nuovi display differiscono dai classici CRT anche per altri fattori. Per esempio, un monitor CRT può visualizzare praticamente tutte le risoluzioni. La dimensione dei pixel non è pre-determinata.
I TFT, d’altra parte, dispongono di una risoluzione nativa. Questa è l’unica risoluzione alla quale il monitor può fornire la migliore qualità di immagine. La limitazione non ha nulla a che vedere con il DVI, ma è da ricercare nell’architettura dei TFT.
I TFT utilizzano una matrice di pixel molto piccoli. Ogni pixel è composto da tre diodi, ognuno per i colori primari (RGB: rosso, verde e blu). Un TFT con risoluzione nativa di 1600x1200 (UXGA) è composto da 1.92 milioni di pixel!
Naturalmente, i monitor TFT possono visualizzare anche altre risoluzioni. In questi casi, l’immagine sarà ridotta di dimensione o interpolata. Se, per esempio, un TFT possiede una risoluzione nativa di 1280x1024, la risoluzione minore di 800x600 sarà proporzionale a quella di 1280x1024. In base al modello, il risultato sarà più o meno buono.
È necessaria un’elevata velocità di trasferimento per permettere al monitor di visualizzare un’immagine a 1600x1200 (UXGA) con 1.92 milioni di pixel a 60 Hz. Semplici calcoli matematici dimostrano che sarebbe necessaria una velocità di 115 MHz. Tuttavia, altri fattori come il “blanking time” hanno un ruolo importante durante la trasmissione, incrementando il bandwidth necessario.
Per ogni frame, un’area di blanking è trasmessa assieme all’immagine. I monitor CRT necessitano dell’area di blanking per permettere al cannone a elettroni di spegnersi quando ha finito di renderizzare una linea e di riposizionarsi per iniziare la renderizzazione della linea successiva. La stessa cosa accade alla fine della renderizzazione dell’ultima linea (angolo inferiore destro), per poi ricominciare dalla prima linea nell’angolo superiore sinistro dello schermo.
Dato che i monitor TFT non utilizzano un cannone a elettroni, la possibilità di ordinare ai diodi di emettere direttamente luce fa risparmiare la maggior parte del tempo di blanking.