Huawei, vendite in calo? L’azienda cerca un accordo con Google

Aumento delle richieste di permuta, sospensione delle prenotazione degli smartphone in arrivo e ordini annullati: sono queste le conseguenze del blocco imposto da Trump a Huawei che sta collaborando con Google per cercare una soluzione.

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a cura di Lucia Massaro

Le conseguenze del blocco imposto da Trump, che vieta alle società americane di vendere a Huawei componenti tecnologici senza autorizzazione da parte del Governo, non si sono fatte attendere. Aziende del calibro di Google e ARM hanno sospeso ogni collaborazione con il produttore di Shenzhen, e si vocifera che anche Microsoft possa seguire la stessa strada. Questo avrebbe scatenato anche conseguenze sulle vendite non solo in Europa. 

Nel Regno Unito, il sito Music Magpie ha registrato – nelle 24 ore successive allo stop da parte di Google - un aumento del 154% di richieste di permuta per dispositivi Huawei. Il dato più preoccupante arriverebbe da Amazon Spagna: in sole 36 ore sarebbero stati cancellati oltre 10 mila ordini da parte di coloro che avevano acquistato smartphone del marchio cinese.

Stessa situazione nei mercati asiatici. In Giappone, Softbamk e KKDI hanno posticipato il lancio dei device Huawei, tra cui anche P30 Lite che avrebbe dovuto debuttare il prossimo 24 maggio. Stessa sorte del Mate X 5G nel Regno Unito, dove gli operatori telefonici Vodafone UK e EE hanno bloccato le prenotazioni dello smartphone pieghevole. Il motivo è semplice: tutti sono preoccupati del futuro incerto dell’azienda.

Infatti, in seguito all’ordine esecutivo di Trump, Google ha sospeso ogni collaborazione con Huawei in riferimento al trasferimento di prodotti hardware e software non coperti da licenza open source. Questo mette a rischio la presenza del sistema operativo Android e servizi annessi a bordo dei dispositivi della compagnia cinese.

Questa situazione porterà pochi benefici anche al gigante di Mountain View. Non bisogna dimenticare che Huawei ha una posizione dominate nel mercato più grande al mondo, quello cinese. Sulla questione è intervenuto il rappresentante Huawei presso le istituzioni UE, Abraham Liu, che non ha incolpato Google anzi ha affermato che i due colossi stanno collaborando per cercare una soluzione alle restrizioni commerciali imposte dalla Casa Bianca.

Per il momento, è stato concesso un periodo di proroga di 90 giorni durante il quale anche Google ha confermato che continuerà a mantenere aggiornati e sicuri gli smartphone del marchio. Si spera che le cose possano cambiare in questi 3 mesi, altrimenti Huawei dovrà davvero mettere in atto un piano alternativo a Google e a tutte le realtà che stanno voltando le spalle.

Aggiornamento 23/05/2019 - Ore 14:30

Come riportato da Nikkei, anche Toshiba ha temporaneamente interrotto le consegne di dispositivi elettronici a Huawei. È bene sottolineare come si tratti di una "sospensione", a seguito della quale l'azienda giapponese ha avviato delle indagini interne. Non è escluso dunque che, qualora i prodotti coinvolti dovessero utilizzare componenti che, di fatto, non violano il ban, la decisione possa essere revocata. Come sempre, attendiamo sviluppi.

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