Software intelligente, deep learning

Mediatek ci ha invitati a Londra per raccontarci un futuro nel quale lo smartphone smetterà di essere un oggetto a sé stante, ma andrà invece a inserirsi in un sistema di dispositivi unificati. Questi a loro volta saranno un arsenale digitale su cui ognuno di noi potrà contare, e che cambieranno profondamente il nostro stile di vita.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

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Software intelligente, deep learning

Prepararsi a un futuro di dispositivi unificati significa affrontare lo sviluppo sotto diversi punti di vista. C'è bisogno di hardware sempre migliore naturalmente, che sia più potente ma anche più efficiente dal punto di vista energetico. E su questo aspetto Mediatek, Qualcomm, Intel e gli altri del settore sono ben incamminati, e ci forniranno un aumento della potenza in linea, o quasi, con quanto previsto dalla legge di Moore - grazie anche al miglioramento delle reti neurali.

Ma è necessario anche qualcos'altro, una nuova forma di intelligenza che nasca dall'integrazione e da un'efficace analisi dei dati. Ecco, quasi in risposta a Zeroth di Qualcomm, Mediatek risponde con un ecosistema hardware e il concetto di deep learning. In estrema sintesi, l'azienda ha immaginato tutta una serie di dispositivi connessi tra loro, unificati appunto, dal termostato all'automobile, dal forno alla lavatrice, e tutto gestito tramite lo smartphone (o anche il PC naturalmente).

Deep learning, per Mediatek, significa sfruttare la grande quantità di dati e la potenza hardware per far sì che le applicazioni e i sistemi operativi imparino costantemente quanto più possibile su di noi, gli utilizzatori, così da riuscire in modo autonomo a migliorarsi e diventare più utili per noi. Oppure le applicazioni possono prendere informazioni specifiche, scelte da noi, e usarle in specifici contesti.

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Può sembrare complicato, ma ecco un esempio fatto durante la conferenza londinese: diciamo che, magari tra qualche anno, vivremo in una casa automatizzata che può riconoscere le persone, grazie appunto a una grande potenza di calcolo, risorse online (cloud) e software specifico - in questo caso algoritmi per il riconoscimento facciale. La casa si apre se riconosce uno degli abitanti, e attiva le funzioni necessarie (doccia, caffè, etc.). Un giorno invitiamo degli amici per una festa, e ci poniamo il problema: la casa non li conosce e in qualche modo ostacolerà i loro movimenti e creerà loro dei disagi. La soluzione, grazie al deep learning, è dare al sistema fotografie degli invitati, che poi saranno riconosciuti e potranno trovarsi a proprio agio per il tempo che passeranno a casa nostra.

Per Mediatek queste sono più che fantasie di un mondo futuro, ma la certezza di ciò che verrà tra non molto. L'azienda ha infatti già realizzato un SDK dedicato al deep learning, e un altro specifico per creare hardware e applicazioni compatibili con Apple Homekit - ovviamente parliamo di dispositivi basati sui processori Mediatek. Senza trascurare i kit di sviluppo "alla Arduino" che avevamo visto a Barcellona, i Linkit One dei Mediatek Labs. La soluzione Mediatek per far sì che diversi oggetti possano comunicare tra loro, scambiandosi non solo informazioni ma anche risorse di calcolo, prende invece il nome di Crossmount.

A dimostrare l'effettivo funzionamento del Deep Learning ci ha pensato Dave Limp di Amazon, che ha mostrato il funzionamento dell'assistente vocale Alexa sulla nuova Amazon Fire Tv  - ma lo troviamo anche sui tablet Kindle Fire e sull'altoparlante Amazon Echo. Una demo, quella del controllo vocale, che è stata in effetti piuttosto convincente. Il primo SDK sarà pubblicato entro dicembre 2015, e nei mesi successivi Mediatek prevede di mettere in commercio l'hardware compatibile.