Ai clienti non interessa i processore

Mediatek ci ha invitati a Londra per raccontarci un futuro nel quale lo smartphone smetterà di essere un oggetto a sé stante, ma andrà invece a inserirsi in un sistema di dispositivi unificati. Questi a loro volta saranno un arsenale digitale su cui ognuno di noi potrà contare, e che cambieranno profondamente il nostro stile di vita.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

2015 09 30 10 06 35

Ai clienti non interessa i processore

Comunque sia gli smartphone sono i protagonisti della nostra epoca, e i rappresentati di Mediatek hanno constatato con una certa delusione che il processore non è un parametro preso in considerazione dai consumatori; chi deve scegliere un nuovo smartphone guarda prima di tutto a dimensioni dello schermo, autonomia e qualità della fotocamera.

Ecco perché alla MediatekLEF di Londra si è parlato d'altro, non solo di processori, frequenze o numero di core. Si sono toccati argomenti diversi, ma non prima del solito rito in cui il reparto marketing, rappresentato da Johan Loedius, ha snocciolato numeri per raccontare il successo dell'azienda.

Loedius nota per esempio che Mediatek è passata da zero a 150 milioni di chip LTE nel giro di un anno e mezzo. Che con il Meizu M4, nel dicembre 2014, l'Helio X10 fu il primo chip Mediatek a ottenere il primo posto nel benchmark Antutu. L'azienda è stata anche la prima a introdurre lo slow motion a 480 FPS su smartphone, nonché la compatibilità con schermi a 120 Hz. Con la tecnologia CorePilot 3.0 - su cui torneremo più avanti - Mediatek ha inoltre realizzato il chip Helio X20, che usa un'insolita configurazione a dieci core organizzati in tre cluster. Con il Mediatek MT8173, inoltre, l'azienda è stata la prima a presentare e usare un chip basato sull'architettura ARM Cortex-A72