Recensione Xiaomi Redmi Note 6 Pro: tanta sostanza ma poca originalità

Recensione Xiaomi Redmi Note 6 Pro, lo smartphone medio gamma equipaggiato con Snapdragon 636 e dotato di un sistema di doppia fotocamera anteriore.

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a cura di Lucia Massaro

Redmi Note 6 Pro è il nuovo smartphone medio gamma di Xiaomi. Ha l’arduo compito di raccogliere l’eredità del Redmi Note 5 Pro che – nella nostra recensione - abbiamo definito il killer della fascia media. Ha tutte le carte in regola per riscuotere lo stesso successo dato che l’azienda guidata da Lei Jun ha giocato sul sicuro proponendo un prodotto che - con il suo predecessore - condivide gran parte della scheda tecnica.

Sono, infatti, pochissimi gli elementi che li differenziano. Primo fra tutti, la presenza di una doppia fotocamera frontale incastonata all’interno del notch. Xiaomi, dopo aver esteso i propri confini e aver ottenuto importanti risultati in ambito smartphone e non solo, intende rafforzare sempre più la sua posizione soprattutto nella fascia medio bassa, dove il produttore cinese sta pian piano conquistando la leadership.

Il grande successo è dato soprattutto dall’ottimo rapporto qualità/prezzo che contraddistingue i propri prodotti in un contesto in cui si tende ad alzare – a volte anche in maniera ingiustificata – i prezzi degli smartphone. Sin dai primi passi in Europa è apparsa chiara l’idea dell’azienda di puntare sulla fascia bassa e media per consolidare la propria presenza in un segmento di mercato presieduto da tempo da Huawei e Samsung. E la strategia ha dato i suoi frutti. Non a caso, infatti, Xiaomi è diventato il quarto produttore di smartphone al mondo e in Italia, dov'è sbarcata ufficialmente solo lo scorso maggio.

Design: tanta solidità e poca originalità

Il design di Redmi Note 6 Pro è un qualcosa di già visto. Se lo mettessimo di fronte al PocoPhone F1 non noteremmo grandi differenze. La scocca posteriore è realizzata completamente in metallo con le bande in policarbonato che ricoprono tutti i bordi e non solo le estremità, come nel caso del predecessore Redmi Note 5 Pro. In alto a destra, sporge in maniera abbastanza pronunciata la doppia fotocamera con flash LED e in posizione centrale troviamo il sempre veloce e preciso sensore biometrico.

La variante cromatica oggetto della nostra recensione è quella Black, ma è disponibile anche nelle colorazioni Blue e Gold Rose. Grazie alla finitura opaca, la back cover trattiene poco le impronte digitali. Nonostante l’utilizzo del metallo e non del vetro, però, lo smartphone risulta abbastanza scivoloso a causa probabilmente delle cornici smussate e degli angoli arrotondati che non favoriscono la presa. Tuttavia, possiamo proteggerlo con la pratica cover in silicone inclusa nella confezione di vendita.

Seguendo la curvatura dei bordi, ci rendiamo conto che esiste una specie di gradino in plastica tra il display e il pannello posteriore. Un elemento che personalmente a livello estetico non ho gradito. Le cornici sono ridotte ma sufficienti per evitare tocchi involontari. Tutti i pulsanti fisici sono facilmente raggiungibili. Con i suoi 180 grammi di peso, la prima sensazione è quella di solidità. Lo smartphone non è leggerissimo ma – tutto sommato – si tiene bene in mano. Ovviamente, con una scelta di materiali del genere la sensazione al tatto resta comunque quella di un dispositivo di fascia media.

La parte frontale è dominata da un pannello IPS LCD da 6,26 pollici con risoluzione Full-HD+ (2280 X 1080 pixel). Il display protetto con vetro curvo 2.5D vede la presenza di un grande notch, che rappresenta il vero tallone di Achille di tutti i dispositivi in cui Xiaomi ha deciso di integrarlo. Infatti, l’azienda non è riuscita ancora a trovare una soluzione per far sì che le notifiche possano essere visualizzate nella barra di stato. Certo, è possibile aggirare il problema con applicazioni di terze parti, ma è alquanto paradossale che l’utente debba intervenire manualmente.

Per il resto, si tratta di un ottimo pannello in linea con la fascia di prezzo. I colori sono un po’ spenti ma in compenso la visibilità è molto buona anche all’aperto grazie a una luminosità massima davvero elevata. Peccato per il poco riuscito trattamento oleofobico e la troppa riflettanza del pannello anteriore. Tuttavia, la resa cromatica e il contrasto possono essere regolati via software. Il pannello è davvero piacevole soprattutto durante la fruizione di giochi e contenuti multimediali.

La parte audio è affidata all’altoparlante singolo posizionato lungo il bordo inferiore in grado di offrire un volume elevato con poca distorsione. Molto buona anche la qualità della capsula auricolare.

Prestazioni: Xiaomi gioca sul sicuro

Come detto in apertura, Redmi Note 6 Pro condivide gran parte della scheda tecnica del fortunato predecessore. A muovere tutto c’è lo Snapdragon 636 di Qualcomm accoppiato a 3 o 4 Gigabyte di RAM e 32 o 64 Gigabyte di memoria interna espandibile tramite microSD fino a 256 Gigabyte.  La parte grafica è affidata alla GPU Adreno 509. È una configurazione hardware che abbiamo imparato a conoscere e non potevamo che aspettarci dei buoni risultati.

Nonostante la versione in nostro possesso sia quella meno potente da 3/32 Gigabyte, lo smartphone è andato ben oltre le nostre aspettative. La navigazione è fluida. Con un tale quantitativo di memoria, mi aspettavo più blocchi o rallentamenti. Invece, ho riscontrato qualche intoppo solo quando è stato messo sotto stress con tante applicazioni in background e con più di un’attività da svolgere contemporaneamente.

Se guardiamo i dati dei benchmark, vediamo che ha totalizzato 114.902 punti su AnTuTu. Non siamo certamente ai livelli dei top di gamma, ma stiamo comunque parlando di uno smartphone di fascia medio-bassa in grado di garantire delle prestazioni ottime in ogni situazione. Buona anche la dissipazione del calore. Durante lunghe sessioni di utilizzo non si nota nessun riscaldamento.

Complice di questi risultati è senza dubbio il grande lavoro di ottimizzazione, uno dei punti forte dei dispositivi Xiaomi. A tutto ciò si aggiunge una buona autonomia grazie alla batteria da 4000 mAh. Si riesce tranquillamente ad arrivare a sera senza alcun problema e sono riuscita a toccare anche le 5 ore di schermo attivo con un uso particolarmente intenso. Purtroppo, però, il caricabatteria è da 5V/2A e dunque per una ricarica completa richiede poco più di due ore.

Buona la connettività: supporto Dual-SIM, Wi-Fi ac Dual Band, Bluetooth 5.0, A-GPS, GLONASS. Non manca il jack audio da 3,5 mm posizionato sulla parta superiore. Peccato per la mancanza dell’NFC che avrebbe dato un valore in più allo smartphone.

La fotocamera è una piacevole sorpresa

Il modulo fotografico si compone di una doppia fotocamera sia posteriore che anteriore. Sul retro, il sensore principale da 12 MP con apertura focale f/1.9 è accoppiato a un secondo da 5 MP con apertura f/2.2, responsabile principalmente della profondità di campo. Tra i due sensori è presente il flash LED a due tonalità.

Ho trovato la qualità degli scatti migliorata rispetto al Redmi Note 5, complice probabilmente il potenziamento degli algoritmi di intelligenza artificiale. Gli scatti riprodotti mostrano colori naturali e un buon livello di dettaglio, soprattutto in diurna. Soffre un po’ in notturna, dove subentra del rumore e dove ha ancora problemi nella gestione della luce artificiale ma resta comunque nella media. Se si ha la mano ferma, si riescono a ottenere dei risultati soddisfacenti.

Frontalmente, la doppia fotocamera vede la presenza di un sensore da 20 MP coadiuvato da un altro da 2 MP, capace di ricreare degli scatti con effetto bokeh (fondo sfocato). I risultati dei selfie sono davvero apprezzabili e sembra che Xiaomi abbia lavorato proprio su questo. Di giorno, modella il viso al punto giusto senza farlo sembrare artefatto. Anche in questo caso, il risultato cambia in condizioni di scarsa illuminazione. Nelle foto in modalità ritratto, i contorni sono delineati in maniera abbastanza precisa.

L’applicazione della fotocamera è quella classica. Sono presenti varie opzioni come – per esempio – quella per i selfie di gruppo che seleziona la foto migliore tra quelle scattate o quella per registrare brevi video, molto utile per registrare preventivamente le storie di Instagram. A tal proposito, i video possono essere registrati fino alla risoluzione Full-HD a 30 fps.

Sulla piattaforma software c’è poco da dire. A bordo troviamo Android Oreo 8.1 personalizzato con la MIUI 10. Come ben sappiamo, parliamo di un’interfaccia grafica che interviene pesantemente sulla versione stock del robottino verde. Sono tante le opzioni di personalizzazione che esaltano l’esperienza utente come la possibilità di avere a disposizione un Secondo Spazio che può essere utilizzato da un secondo utente con il proprio account senza che questo abbia accesso ai nostri dati, come app o foto.

Conclusioni: chi dovrebbe acquistarlo?

Xiaomi Redmi Note 6 Pro è arrivato sul mercato italiano a 219,90 euro per la configurazione da 3/32 Gigabyte che diventano 269,90 per quella con 4 Gigabyte di RAM e 64 Gigabyte di memoria interna. Ma è possibile acquistarlo a meno sui vari siti online. Su Geekmall, per esempio, che ci ha fornito l’unità per la nostra recensione, è disponibile a 195 euro a questo link.

È chiaro, dunque, che si tratta di un ottimo medio gamma candidato a diventare un best-buy soprattutto in vista degli acquisti di Natale. È uno smartphone capace di offrire delle ottime prestazioni e una buona autonomia a un prezzo decisamente contenuto. È, però, altrettanto vero che – se non fosse per il notch e per la doppia fotocamera anteriore – sarebbe una copia perfetta del Redmi Note 5, attualmente disponibile a 179 euro su Geekmall.

Personalmente, almeno finché non sarà risolto il problema delle notifiche che non vengono visualizzate nella barra di stato, mi orienterei ancora verso il predecessore che non ha nulla da invidiare al nuovo arrivato in casa Xiaomi. Ciò che manca in questo smartphone è proprio un pizzico di originalità. Se il produttore di Shenzhen vuole continuare a mantenere e a rafforzare la propria posizione – soprattutto nella fascia medio-bassa del mercato – deve mettersi a lavoro per proporre qualcosa di diverso sotto ogni punto di vista. Probabilmente, lo sta già facendo dato i rumours degli ultimi giorni che affermano che il dispositivo Xiaomi con fotocamera da 48 Megapixel farà parte proprio della gamma Redmi.