Canon PowerShot G1 X Mark II vs. Sony Cyber-shot DSC-RX10

Abbiamo messo a confronto la migliore compatta oggi disponibile sul mercato con la migliore bridge. Due mondi diversi con un unico fine: quello di offrire una valida alternativa alle reflex o alle mirrorless APS-C quando la portabilità e la praticità d'uso sono prioritarie rispetto alla possibilità di cambiare obiettivo.

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a cura di Mauro Piatti

Introduzione

Preventivare una spesa di un migliaio di Euro per una fotocamera che non sia una reflex o una mirrorless di fascia medio-alta richiede una valutazione ben ponderata e un'analisi approfondita di una serie di elementi. Il primo dei quali risponde alla necessità di verificare se, e in che misura, si possano ottenere prestazioni quantomeno paragonabili da una macchina ad obiettivo non intercambiabile, facilmente trasportabile e dotata di tutte quelle funzioni che un appassionato esigente si aspetta di trovare in un prodotto di fascia alta.

Nelle compatte anche più evolute, infatti, per contenere le dimensioni è normalmente necessario scendere ad alcuni compromessi, come l'utilizzo di un sensore di dimensioni ridotte che consente di montare ottiche zoom, magari non sempre luminosissime, ma caratterizzate da un'ampia escursione focale per far fronte alle più comuni condizioni di ripresa.

A tali compromessi non sfuggono nemmeno le bridge. Se in questo caso il massimo contenimento delle dimensioni non è l'aspetto primario – un design e un'impostazione dei comandi simile a quello di una reflex è al contrario voluto – la necessità di ottenere uno zoom ultra-spinto sulla focale tele, con fattori che possono superare i 60 x, implica necessariamente l'utilizzo di un sensore da 1/2.3". A meno che… a meno che non si decida di limitare un po' il range dello zoom a favore della qualità dell'immagine ottenibile, montando quindi un sensore più ampio.

E' ciò che ha fatto Canon con la compatta G1 X Mark II e Sony con la bridge DSC-RX10.

La prima è una sostanziale evoluzione della precedente G1 X presentata nel febbraio del 2012, della quale riprende le dimensioni del sensore da 1,5", una via di mezzo fra il formato micro 4/3 e il Canon APS-C, cambiando però tutto il resto: dalla risoluzione effettiva (ridotta a 12,8 Mpixel), al nuovo zoom 24 – 120 mm f/2,0-f/3,9, al processore d'immagine DIGIC 6 con tecnologia iSAPS e alla possibilità d'installare un mirino elettronico opzionale.  

Canon Powershot G1X MARK II Canon Powershot G1X MARK II
Sony Cyber-shot DSC-RX10 Sony Cyber-shot DSC-RX10

La seconda è una macchina nata con l'ambizione di essere il punto di riferimento assoluto fra le bridge, poiché integra in un robusto corpo macchina in metallo tropicalizzato un'eccellente zoom Carl Zeiss Vario-Sonnar F2,8 da 24-200 mm che convoglia il fascio luminoso su un sensore da 1" retro-illuminato da ben 20,2 Mpixel, lo stesso adottato dalla Sony DSC-RX100 II e dalla recentissima III, diretta concorrente della Canon nel segmento delle compatte. La mancata disponibilità, al momento della prova, della DSC-RX100 III ma soprattutto il desiderio di mettere a confronto pregi e difetti di una compatta rispetto ad una bridge, ci ha fatto propendere per la più costosa DSC-RX10.

Si noti bene, abbiamo parlato di "confronto" e non di "scontro": le due macchine appartengono sì a categorie diverse ma entrambe rappresentano le migliori alternative oggi possibili a quelle con ottica intercambiabile. E sfidiamo chiunque a trovare in commercio zoom per reflex/mirrorless, originali o di terzi parti, con la medesima escursione focale e luminosità! 

Vediamo ora in che termini questi due gioielli di tecnologia opto-elettronica siano in grado di soddisfare le (elevate) aspettative dei loro potenziali acquirenti.

Canon PowerShot G1 X Mark II
Sony Cyber-shot DSC-RX10