Fujifilm Finepix XP 150
La Finepix XP 150, recentemente introdotta insieme alla variante XP 50 (stesse caratteristiche fotografiche ma minore resistenza fisica), aggiorna la gamma rugged Fujifilm e in particolare il precedente modello XP 30, andando a intervenire non tanto sulle caratteristiche tecniche quanto su reattività ed ergonomia.
Il corpo macchina si presenta con una struttura prevalentemente metallica e un design improntato alla robustezza, privo com'è di spigoli vivi e/o apparenti punti deboli; la resistenza della fotocamera sembra pertanto ottenuta anche grazie a un efficace studio delle distribuzione delle sollecitazioni sullo chassis. La resistenza del modello è in effetti ai vertici della categoria: sopporta a immersioni fino a 10 metri, cadute da 2 metri di altezza e temperature fino a -10°C.
Il corpo macchina offre una ragionevole impugnatura con inserto antiscivolo, che si dimostra la più efficace di questa prova, e pochi pulsanti ben spaziati tra di loro ottimizzati per l'uso in condizioni difficili. Sul dorso si trovano il PAD direzionale, il pulsante video e poco altro, facendone intuire l'impostazione punta-e-scatta, mentre lo zoom - questo sì un po' piccolo - è sulla parte superiore del corpo, a ridosso del pulsante di scatto.
Lo sportellino che copre vano batteria e memory card è protetto contro le aperture accidentali da un efficace doppio blocco. Il sensore è un CMOS retroilluminato da 14 Mpixel (4320x3240 pixel), in formato 1/2.3" come tutti i concorrenti di questa prova. La sensibilità massima arriva a 3200 ISO a piena risoluzione; non sono previsti step di espansione ISO a risoluzione ridotta.
Anche per Fujifilm lo schema ottico è a zoom interno, con lente che non sporge dal corpo macchina a vantaggio della robustezza. Le caratteristiche dell'ottiche, allineate verso l'alto della nostra classifica, prevedono il gettonatissimo zoom 5x 5-25mm che equivale a un 28 - 140 mm nel formato 35mm. L'apertura massima, f/3,9-4,9, è appena inferiore alle migliori concorrenti in posizione tele.
Un po' elevata la distanza minima di messa a fuoco, che parte da 8 cm in modalità macro ma da 60 in modalità normale, cosa che rende a volte necessario passare in "macro" anche nello scatto quotidiano.
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Per quanto riguarda i programmi di scatto, come anticipato e come è naturale che sia è stato privilegiato l'utilizzo automatico, ma anche in questo caso non manca una modalità di scatto programmata "P" che consente di intervenire (principalmente) su sensibilità, lettura esposimetrica e bilanciamento del bianco, dando al fotografo maggiore controllo sul risultato finale.
Disponibili poi 20 scene predefinite, tra cui una modalità notturna ottimizzata per lo scatto a mano libera con poca luce ambiente (risoluzione 7 Mpixel), una modalità HDR e una panorama assistito. Il menu, un po' vecchio stile, prevede l'accesso alla schermata principale per qualunque impostazione e risulta sufficientemente efficace grazie alla buona disposizione delle voci (la scelta del programma è ad esempio la prima, così basta sempre un clic per raggiungerla). È comunque fuori di dubbio che altri modelli in questa prova - Nikon soprattutto - risultino più intuitivi.
Altro aspetto negativo di questo modello è lo schermo da 2,7" a bassa risoluzione (230.000 punti). La differenza con modelli più recenti è evidente, e da un modello tanto recente ci saremmo aspettati qualcosa in più in questo settore.
Il video è Full-HD 1080p 30 fps. Anche questo modello integra un ricevitore GPS e utilizza schede di memoria in formato SD/SDHC/SDXC, che si sommano ai circa 50 MB di memoria integrata per 6-7 scatti di emergenza alla massima qualità. La batteria ricaricabile ha una durata di 300 scatti secondo lo standard CIPA.