Le Cronache di Narnia: Il Viaggio del Veliero, la recensione

Su Disney+, arriva l'ultimo capitolo della trilogia cinematografica de Le Cronache di Narnia: Il viaggio del veliero. Ecco la nostra recensione.

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a cura di Giovanni Arestia

Sulla piattaforma di streaming di Disney, Disney+, arriva l'ultimo capitolo della trilogia cinematografica de Le Cronache di Narnia, in ritardo rispetto alle precedenti due pellicole a causa dei diritti di distribuzione originariamente detenuti da Walden Media e 20th Century Fox. La pellicola, intitolata Le Cronache di Narnia: Il Viaggio del Veliero e uscita nel 2010, chiude l'arco narrativo del mondo fantastico ideato dallo studioso britannico Clive Staples Lewis, ma all'epoca creò non poco scalpore la volontà da parte della produzione di sostituire Andrew Adamson, il regista dei primi due film, Michael Apted, un regista per nulla estraneo ai mondi fantastici. Il motivo era legato a una seconda pellicola, Le cronache di Narnia - Il principe Caspian, tanto gradevole quanto molto sottotono ed era necessario rendere maggiore giustizia ad una delle saghe fantasy più riuscite del secolo scorso. È davvero così? Ecco a voi la nostra recensione della pellicola, sperando che il prossimo adattamento seriale di Netflix possa arrivare presto.

Edmund e Lucy (ed Eustace) in viaggio per salvare Narnia

Le Cronache di Narnia: Il Viaggio del Veliero ha inizio con un'Inghilterra ancora in preda ai bombardamenti tedeschi che attanagliavano il Paese nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Qui osserviamo subito i maggiori dei quattro fratelli Pevensie, Peter e Susan interpretati rispettivamente da William Moseley e Anna Popplewell, di stanza negli Stati Uniti mentre Edmund (Skandar Keyne) e Lucy (Georgie Henle), ormai cresciuti, si ritrovano ad affrontare nuovi malumori e dolori per la loro crescita psicologica e umana in un mondo in cui si sentono fortemente ignorati e incompresi.

I due fratelli minori, inoltre, rimpiangono i tempi gloriosi e felici in cui erano i sovrani di Narnia e i messaggeri di pace per il grande leone Aslan. Inevitabilmente questo porta a provare una sorta di complesso di inferiorità rispetto ai fratelli maggiori. Se a questo uniamo il fatto di trovarsi temporaneamente bloccati presso degli zii in compagnia dell'odioso e viziato cuginetto Eustace (Will Poulter), capiamo bene che la situazione non è certamente tra le più idilliache. Narnia, però, non li abbandona e li chiamerà per scongiurare un grave pericolo che sta per colpire le sue terre.

Edmund e Lucy, quindi, insieme alla poco gradita compagnia di Eustace, si ritroveranno a bordo del fantastico Veliero dell'Alba, la meravigliosa nave del loro amico Caspian (Ben Barnes) che ora è a tutti gli effetti un Re. Perché sono stati richiamati? Devono ritrovare i sette Lord in esilio e le rispettive spade magiche perché devono a tutti i costi sconfiggere una potente forza oscura e loro sono gli unici in grado di farlo.

Tra riferimenti cristiani e aggiunte poco incisive

La saga suddivisa in sette volumi de Le cronache di Narnia, più che al fantasy in senso stretto del genere, è sempre stata vista come una sorta di allegoria, di parabola o addirittura di apologo morale. Il mondo è popolato di essere fantastici che costituiscono la mitologia (come centauri, fauni e minotauri) e da simbologie animali che assumono valori spirituali e religiosi. Questo indubbiamente si confà alle profonde convinzioni cristiane dello scrittore Lewis che si spingono fino al limite del radicalismo e sfociano in manifestazioni alquanto esplicite sia nell'opera letteraria che nella fedele trasposizione cinematografica.

Le Cronache di Narnia: Il Viaggio del Veliero è tratto dal terzo libro (anche se in realtà è più il quinto se si considera la continuity della storia) e incorpora alcuni temi come la Sedia d'Argento, i sette Lord sotto forma di vizi capitali, l'acqua con potere salvifico e rielabora notevolmente l'ordine interno delle vicende in funzione di una narrazione cinematografica più forte e coesa. La storia originale, infatti, si limita a narrare una serie di avventure marittime che si legano molto debolmente dal fil rouge della ricerca dei Lord senza che vi sia un effettivo nemico da sconfiggere o una vera e propria risoluzione finale da raggiungere come generalmente avviene in storie di questo genere. Questo era un aspetto della fervente religiosità dell'autore che nella pellicola è stata, non sempre negativamente, snaturata.

https://youtu.be/3mXdKvAj3kU

Per ovviare a questo problema che dal punto di vista cinematografico, per ovvi motivi, rischiava di rendere la pellicola priva di mordente, il regista e gli sceneggiatori hanno dovuto compiere un lavoro enorme per rimaneggiare totalmente la storia originale, anche al costo di introdurre elementi, come proprio le sette spade magiche, non presenti nell'opera originale di Lewis. Chiaramente aggiungere qualcosa che non è realmente presente nella storia originale non sempre dona il risultato sperato e in questo caso questi rimaneggiamenti risultano banali e si nota il loro inserimento prepotente unicamente per fini narrativi.

A questo bisogna anche aggiungere una non sempre eccellente organizzazione dei tempi cinematografici che, come nel nostro caso, se osserviamo l'opera con tutta la tranquillità casalinga, risultano ancora più evidenti. Scene come, ad esempio, il litigio alla fonte magica, alcune sequenze di combattimento e quelle che dovrebbero essere delle epiche scene di battaglia, sembrano essere quasi inserite a forza pur di aumentare il minutaggio complessivo della pellicola e non giungere immediatamente alla spettacolare lotta conclusiva ingaggiata con un gigantesco mostro marino realizzato con un'ottima computer grafica (considerando, ovviamente, le tecnologie di undici anni fa).

Comparto tecnico e prova attoriale

Tecnicamente, comunque, Le Cronache di Narnia: Il Viaggio del Veliero non faceva gridare al miracolo nemmeno all'epoca e a distanza di anni è ancora più evidente. Rispetto ai precedenti capitoli non vi erano stati particolari passi avanti se non proprio per le buone animazioni delle creature mitologiche tra le quali spiccano un serpente marino e un drago. Al netto, inoltre, dell'ottima realizzazione del veliero e del mare, molta computer grafica soffre del fastidioso distacco tra finzione e realtà. Sebbene questo problema sia evidente, per fortuna non è generale e varia da scena a scena e anche di personaggio in personaggio perché ad esempio il topo spadaccino Reepicheep e il leone Aslan sono ottimamente realizzati.

Infine, per quanto riguarda la prova attoriale, niente di particolare da segnalare dato che, essendoci lo stesso cast del precedente capitolo, gli attori sembrano essersi adagiati sullo stesso piano recitativo a eccezione di Barnes che dimostra di essere molto più abile e simpatico. Menzione d'onore per la splendida Tilda Swinton che torna per un breve cameo nelle ormai classiche vesti di Jadis, la Strega Bianca.

La versione su Disney+

Prima della conclusione, apriamo una piccola parentesi riguardante la versione della pellicola inserita nella piattaforma di streaming. Si tratta dell'edizione classica de Le Cronache di Narnia: Il Viaggio del Veliero, ovvero quella uscita ben undici anni fa. Non vi è stato, quindi, un lavoro di svecchiamento e modernizzazione, ma questa non è certamente una sorpresa dato che praticamente tutti i contenuti del passato inseriti su Disney+ non presentano alcuna ristrutturazione visiva.

Dispiace, però, per la mancanza di interessanti Extra che potevano mettere in luce la fase produttiva della pellicola o piccole curiosità del dietro le quinte. L'unico Extra presente è un tanto inutile quanto breve spezzone di poco più di due minuti che mostra la scena clou con il topo spadaccino Reepicheep. Si poteva certamente fare di più sotto questo aspetto.

Conclusioni

Le Cronache di Narnia: Il Viaggio del Veliero è un prodotto che certamente non brilla per la sua qualità realizzativa, ma non è neanche da bocciare totalmente. Di certo ha, però, dimostrato che la saga andava conclusa, anche se non lo ha fatto nel migliore dei modi. L'opera letteraria non ha aiutato nel creare una saga che potesse, anche lontanamente, eguagliare pietre miliari come Harry Potter o Il Signore degli Anelli, ma le aggiunte e la qualità realizzativa di questo terzo e ultimo tassello della saga cinematografica de Le Cronache di Narnia non hanno fatto altro che peggiorare, o comunque non migliorare, la storia originale. Consigliamo a ogni buon conto la visione ai più piccoli, che adoreranno indubbiamente la narrazione semplice e lineare e che di sicuro non noteranno i tanti difetti tecnici e funzionali sopracitati.

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