Invincible: anteprima dei supereroi di Prime Video

Arriva su Amazon Prime Video la serie animata di Invincible, il supereroe dei fumetti creato da Robert Kirkman. Sarà all'altezza dei fumetti?

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a cura di Manuel Enrico

Se c’è un archetipo narrativo che non manca all’interno dell’attuale mondo dell’entertainment è il supereroe. Il sodalizio tra metaumani e cinema è oramai una tradizione, che negli ultimi anni si è riaffacciato prepotentemente anche nella serialità. Se in sala ci siamo emozionati con avventure del calibro di Avengers: Endgame e Spider-Man: Far From Home, sul piccolo schermo ci hanno tenuto compagnia titoli come Titans, The Umbrella Academy e The Boys. All’interno di questo ricco contesto, arriva ora un’altra offerta supereroistica: Invincible. Come gli altri nomi citati, anche questo titolo ha un’origine cartacea, una permanenza in fumetteria che si è recentemente conclusa, caratterizzata da uno slogan decisamente altisonante: il miglior fumetto di supereroi. Spavalderia? Forse, ma consideriamo che la mente creatrice di Invincible è Robert Kirkman, autore che negli ultimi anni ha rivoluzionato altri due archetipi narrativi piuttosto complessi, come gli zombie (The Walking Dead) e la possessione demoniaca (Outcast). Due serie a fumetti apprezzate, che hanno a loro volta dato origine ad altrettante serie TV, le quali, pur avendo due destini diametralmente opposti, hanno dato lustro alla verve narrativa di Kirkman. A continuare questa relazione tra lo scrittore e la serialità tocca ora a Invincible, che abbandona l’approccio live action per affidarsi all’animazione.

Invincible: il supereroe di Kirkman alla conquista di Prime Video

Sarà dunque una serie animata quella che Amazon Prime Video offrirà ai propri abbonati il 26 marzo, quando i sottoscrittori del servizio streaming del colosso dell'e-commerce potranno fare la conoscenza di Mark Grayson, adolescente americano la cui vita sta per essere drasticamente rivoluzionata da un evento che il giovane ha atteso per tutta la vita: l’arrivo dei tanto agognati superpoteri.

Mark, infatti, è figlio di uno dei più potenti supereroi della Terra, Nolan Grayson, alias Omni-Man. Per tutta la vita Mark ha sperato che i poteri che hanno reso il padre uno dei metaumani più forti del pianeta si manifestassero, in modo da potersi unire alla comunità dei supereroi. Una paziente attesa che Mark si è goduto vivendo la tranquilla esistenza di un teenager americano, con giusto un pizzico di preoccupazione nel vedere come il padre cerchi sempre con apprensione di veder comparire qualcosa di ‘super’ nel figlio.

Nel momento in cui finalmente Mark dimostra di esser il degno erede di Omni-Man, la sua intera esistenza muta e assume tutta un’altra dimensione. Nella forma fumettistica di Invincible il cuore della storia, specialmente nel primo arco narrativo, era la presa di coscienza di Mark di cosa significhi realmente essere un supereroe, comprendendo come i poteri siano solo una parte del ruolo. Una visione differente del supereroe, quasi una riscrittura del ritratto degli esseri sovrumani che abbiamo imparato ad amare nei fumetti; questa chiave di lettura era il fulcro narrativo della serie di Kirkman, che dopo un avvio lento, in cui si privilegiava la dimensione umana dei personaggi, dimostrava di meritarsi quell’appellativo scomodo di ‘migliore’ fumetto sui supereroi.

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Ma come portare Invincible dal mondo dei comics a quello dell’animazione seriale? Per le tematiche trattate, le imprese di Mark Grayson si prestano a una narrazione adulta, rivolta a un target adolescenziale e maturo. Una platea che si dimostra esigente non solo in termini di storytelling, ma anche per la definizione tecnica di un prodotto. Su questo aspetto, i primi tre episodi che abbiamo visto in anteprima grazie ad Amazon Prime Video, hanno mostrato qualche debolezza.

All’occhio salta subito un senso di vuoto. Se nelle ambientazioni domestiche e scolastiche della vita di Mark la scarna presenza di figure di supporto può esser comprensibile, quando ci ritroviamo in spazi aperti, specialmente urbani, si percepisce un’assenza stridente di vita. Un errore che si era già manifestato nella dimensione cartacea delle avventure di Grayson, che si sarebbe potuto correggere in modo da privare la versione seriale di Invincible di questa sensazione di assenza di contorno, come se gli eventi che vedono protagonisti questi eroi avvenissero in un contesto sfumato, in cui quella presenza umana, che spesso nelle avventure supereroistiche è un elemento chiave dell’azione, viene meno.

Un nuovo modo di vedere i supereroi

Si potrebbe quindi presumere che ci si sia dedicati maggiormente ad altri aspetti dell’animazione, ma guardando Invincible si sente l'assenza di carattere, di personalità. Le movenze dei personaggi sono credibili, la definizione dei volti e delle espressioni è in sintonia con quanto visto nei fumetti, eppure sembra mancare quel quid in più che faccia sfumare l’impressione che ci si trovi davanti a una semplice animazione della pagina dei comics. Invincible visivamente non colpisce, non vuole sorprendere lo spettatore con uno spettacolo visivo, ma accetta di mostrarsi come una produzione semplice, non ponendosi in competizione con prodotti più recenti come Disincanto o Star Trek: Lower Decks. Nessun guizzo, solo un compito svolto con diligenza, ma senza verve.

Diverso è il discorso se ci si sposta sul piano narrativo. La storia imbastita da Kirkman viene ben adattata al nuovo medium, cercando di rimanervi il più fedele possibile, anche a costo di ripresentare alcune delle criticità riscontrate nel fumetto, come una certa pesantezza nell’incipit della saga di Invincible. Eppure, questo faticoso avvio è anche parte del fascino di questo adolescente alla scoperta dei propri poteri, con una narrazione pacata in cui seguiamo Mark mentre compie i suoi primi passi nella sua nuova vita condividendone sorpresa, delusioni e perplessità. Un ritmo più placido che consente di valorizzare maggiormente il lato umano e interiore dei personaggi, ed è su questo dettaglio che Invincible è appassionante.

Pur avendo visto in questa anteprima solamente i primi tre degli otto episodi che compongono questa prima stagione di Invincible, si percepisce l’intenzione degli autori di voler offrire agli spettatori un nuovo modo di intendere l’eroe in calzamaglia, ritraendolo nella sua quotidianità e giocando anche con i dogmi del genere supereroistico, un tratto essenziale del DNA dell’Invincible cartaceo. La serie di Amazon Prime Video giustamente si ritaglia i propri tempi, non forza la narrazione e si prende anche il rischio di diluire certi passaggi, senza cedere alla facile tentazione di eccedere nell’azione per sedurre lo spettatore con scariche di adrenalina, preferendo coinvolgerlo sul piano emotivo e stupirlo con dei colpi di scena mirati.

Rimane da valutare l’adattamento in italiano, visto che l’anteprima era in lingua originale. Per chi ha familiarità con la lingua d’Albione ed è avvezzo a seguire le proprie serie preferite con l’audio originale, Invincible potrebbe esser una piacevole sorpresa, visto che tra i doppiatori figurano nomi di una certa caratura, come J.K. Simmons, Seth Rogen, Mark Hamill, Zachary Quinto, Lauren Cohan, Zazie Bezz, Jon Ham e Soneqa Martin Green.

Come si rimane, quindi, dopo la visione di questo primo assaggio di Invincible? Soddisfatti, nel complesso, anche se non si possono evitare alcune riserve sul piano visivo, che rischiano di lasciare insoddisfatti gli spettatori più esigenti. La narrazione è improntata a una maggior valorizzazione dell’animo e dell’emotività dei personaggi, dedicando il giusto spazio alle vicende umane prima di quelle eroistiche. Da queste valutazioni, Invincible esce quindi come un prodotto promettente, capace di presentarsi come una diversa visione del supereroe, dimostrando ancora una volta come Kirkman sia uno dei narratori di rottura di maggior spessore degli ultimi anni.

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