Decisioni difficili

Recensione - Test degli SSD Serie 510 di Intel, con controller Marvell di seconda generazione da 6 Gbps.

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a cura di Tom's Hardware

Decisioni difficili

Intel ha fatto un paio di scelte interessanti che vanno analizzate. La prima è l'uso di un controller Marvell. La seconda è la memoria NAND a 34 nanometri, mentre i concorrenti stanno passando ai 25 nanometri.

La scelta di Marvell come fornitore di controller è probabilmente la cosa che sorprende di più. Non abbiamo alcun problema con Marvell; ani, l'azienda ha mostrato di poter produrre prestazioni eccezionali con il RealSSD C300 di Crucial.

Ci saremmo aspettati però che Intel cercasse di scontrarsi con SandForce in un modo più significativo. Data l'importanza del firmware e dell'architettura sulle prestazioni generali dell'SSD, abbiamo erroneamente dato per scontato che Intel avrebbe optato per un design proprietario.

L'azienda ha invece deciso di curare in proprio il firmware di un prodotto "generico". Per questo gli altri prodotti che useranno il Marvell 88SS9174-BKK2 probabilmente avranno prestazioni differenti.

Intel ci ha detto di aver vagliato molti controller per i suoi SSD 510 e Marvell offriva la migliore soluzione per portare i dischi sul mercato mantenendo la qualità richiesta e la propria Flash.

Anche la decisione di continuare a usare memoria Flash a 34 nm ci può dire molto. Passare a un processo produttivo inferiore infatti ha un prezzo: la memoria può resistere a meno cicli di scrittura e cancellazione prima di deteriorarsi del tutto, e quindi è sostanzialmente meno longeva. È una conseguenza dell'avere meno elettroni che si occupano di mantenere la carica.

Difficilmente però Intel si è preoccupata di questo aspetto. Dall'immagine infatti potete vedere che Intel ha intenzione di passare presto ai 25 nm – probabilmente prima che si trovi una soluzione al problema descritto. Per Intel si tratta senz'altro di una priorità, visto che passare ai 25 nm riduce sensibilmente i costi di produzione.

Crediamo piuttosto che restare ai 34 nm sia una scelta legata al marketing, e in particolare al "time to market", cioè al momento in cui in certo prodotto arriva sul mercato. Intel ha semplicemente scelto di mettere l'SSD 510 in vendita nel momento migliore, senza dover aspettare che le fabbriche fossero pronte con il processo a 25 nm. O almeno questo è ciò che crediamo.

Il problema del costo non è così grave per Intel come potrebbe esserlo per un'altra azienda che realizza SSD e acquista chip flash sul mercato, pagando i prezzi comuni. L'azienda accede facilmente ai chip NAND a 34 nanometri, visto che se li produce da sé e continuerà a produrli fino alla fine dell'anno. Può persino riservarsi i chip di migliore qualità, se vuole.

La scelta potrebbe poi  riguardare anche le prestazioni. Ridurre il processo produttivo infatti rende la memoria meno veloce (dire "lenta" sarebbe fuori luogo per un SSD), e bisogna compensare con controller, firmware e memoria flash, potenzialmente rallentando ancora di più lo sviluppo.

Qualunque sia la ragione, Intel ha comunque deciso che i chip a 34 nm erano la migliore soluzione per questa serie.