Densità Areale

Viaggio alla scoperta della storia dei computer. Questa volta ci soffermiamo sugli hard disk, a partire dalle prime unità a nastro di IBM fino ad arrivare alle tecnologie più moderne.

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a cura di Tom's Hardware

Densità Areale

La densità areale è spesso usata per misurare il tasso di crescita dell'industria degli hard disk. È definita come il prodotto di bit lineari per pollice (BPI), misurata lungo la traccia attorno al disco, moltiplicata per il numero di tracce per pollice (TPI), misurate radialmente sul disco (guardare la prima immagine sotto). I risultati sono stati espressi in unità di megabit o gigabit per pollice quadrato e sono usati come una misura di efficienza nella tecnologia di registrazione del disco. I dischi moderni ad alta capacità superano densità areali di 400 Gb/pollice quadrato.

I dischi registrano dati in tracce, che sono bande circolari di dati sul disco. Ogni traccia è divisa in settori. La seconda immagine sotto mostra un disco floppy irrorato con uno sviluppante magnetico (polvere di ferro) in modo che l'immagine delle tracce e settori si possa vedere chiaramente. Il disco mostrato è un floppy da 5,2 pollici da 360 KB, che ha 40 tracce per lato, con ogni traccia divisa in nove settori. Da notare che ogni settore è delinato da spazi, i quali precedono e seguono la traccia e l'intestazione del settore (dove ci sono ID e informazione dell'indirizzo). Potete chiaramente vedere uno spazio triplo precedere il primo settore, il quale include la traccia e l'intestazione del settore. Poi, seguendo il senso antiorario, si vede ogni settore successivo, preceduto da gap che delineano l'intestazione di tale settore. L'area compresa tra le intestazioni è dove sono scritti i dati del settore.

Areal density, combining tracks per inch and bits per inch.

360 KB floppy disk media sprayed with magnetic developer (powdered iron) showing the actual track and sector images.

Da rilevare che il settore 9 è più lungo degli altri; questo per permettere differenze nella velocità di rotazione tra i dischi, in modo che tutti i dati si possano scrivere prima di correre al principio della traccia. Da notare inoltre che una buona porzione della superficie del disco non è usata perché è semplicemente impraticabile avere testine che viaggiano così lontano, e la differenza nella lunghezza tra settori sulle tracce interne ed esterne diventa un problema maggiore.

La densità areale è in crescita costante dal primo disco magnetico (IBM RAMAC, con una densità di 2 Kb/pollice quadrato) introdotto nel 1956. La densità inizialmente cresceva alla velocità del 25% circa ogni anno (raddoppiando così ogni quattro anni); poi agli inizi degli anni '90 il tasso ha accelerato al 60% all'anno (raddoppiando così ogni anno e mezzo). Lo sviluppo e l'introduzione delle testine MR nel 1991, di quelle GMR nel 1997 e dell'AFC pixie dust media nel 2001 ha successivamente portato a un incremento ulteriore nella densità areale al 100% ogni anno. Il risultato di tutta questa crescita in densità è incredibile. Sono passati appena poco più di 50 anni dall'introduzione del disco RAMAC e la densità è stata aumenta di oltre 200 milioni di volte, dai 2 Kb/pollice quadrato del RAMAC del 1956 (5 MB su cinque piatti da 24 pollici) a oltre 500 Gb/pollice quadrato negli hard disk da 3 TB del 2010.