Il valore del RAW

Le migliori App fotografiche per trasformare l'iPad in una stazione di fotoritocco e modificare anche i file RAW.

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a cura di Tom's Hardware

Il valore del RAW

Gli appassionati di fotoritocco di solito scattano in formato RAW, perché  permette di sfruttare tutta la "potenza" del sensore della fotocamera e garantisce risultati migliori nella fase di post-produzione. Verrebbe da pensare che l'iPad sia inadatto alla gestione del RAW, ma non è del tutto vero. 

L'App standard Immagini riconosce, importa e mostra le immagini RAW - tranne quando lo specifico formato usato dalla nostra fotocamera è molto recente e la sua decodifica non è stata ancora integrata da Apple in iOS - ma ciò non vuol dire che passi alle altre App dei file che queste possano modificare. A volte sembra di sì: l'App di fotoritocco "vede" la foto che sappiamo di aver scattato in RAW e ci permette di ritoccarla, ma in realtà non stiamo operando sullo scatto reale, bensì sull'anteprima JPEG a bassa risoluzione che vi è integrata.

piRAWnha non brilla per la sua interfaccia, poco in stile iPad, ma integra tutte le funzioni fondamentali di un RAW converter.

Chi scatta abitualmente in RAW deve adottare anche su iPad un RAW converter, ossia un'App che ottimizzi gli scatti "grezzi" e li esporti come JPEG da elaborare con un secondo software (i RAW converter fanno bene il loro lavoro di conversione ma sono deboli in tutto il resto, in particolare nel fotoritocco generico). È lo stesso compito svolto, su computer, da software come Adobe Camera Raw. La conversione dei RAW è un'operazione impegnativa e la CPU dell'iPad non è stellare, ma a priori non ci sono preclusioni alla gestione dei RAW con il tablet Apple.

Oggi il RAW converter per iPad più completo è piRAWnha (7,99 euro). Permette d'intervenire sui parametri principali di ogni scatto: esposizione, gamma, luminosità, contrasto, bilanciamento del bianco (per preset o individuando una zona-campione nell'immagine), tonalità e saturazione. Ci sono anche i comandi per ritagliare e ruotare l'immagine, oltre che per ridurne il rumore e regolarne la nitidezza.

L'interfaccia è assai poco in stile Apple ma i risultati sono buoni, specie se ricordiamo che stiamo usando un iPad e non un computer (la conversione in JPEG di un RAW da 18 MP ha richiesto 62 secondi). In particolare abbiamo apprezzato in piRAWnha l'efficacia degli algoritmi anti-rumore e la possibilità di associare rating e metadati alle immagini usando lo standard XMP.

PhotoRaw nasce come ponte tra iPad e Photoshop: le sue funzioni di gestione degli scatti RAW sono quelle fondamentali.

L'alternativa a piRAWnha è PhotoRAW (7,99 euro), che ha una interfaccia nel complesso più gradevole e meno da tecnici. I parametri dello scatto (luminosità, contrasto, gamma, recupero di ombre e alteluci, tonalità, saturazione, temperatura colore) si variano facendo scorrere dei cursori, con una visualizzazione immediata dell'effetto (piRAWnha invece mostra le modifiche in una piccola anteprima e poi elabora l'immagine vera e propria).

Lo svantaggio è che il controllo puramente a cursori non consente una gestione più sofisticata del bilanciamento del bianco, il che è un limite per un RAW converter. Anche la gestione del rumore è solo di base, ma va considerato che PhotoRAW viene presentato come strumento di controllo e selezione degli scatti prima del passaggio a Photoshop, più che come RAW converter autonomo. In compenso l'App è molto veloce: la conversione della stessa immagine data in pasto a piRAWnha ha impiegato solo 18 secondi, con risultati quasi identici. Entrambe le App accettano i file RAW in risoluzione nativa e li esportano in JPEG delle stesse dimensioni.