Questione di filtri - 2

Le migliori App fotografiche per trasformare l'iPad in una stazione di fotoritocco e modificare anche i file RAW.

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a cura di Tom's Hardware

Questione di filtri

Snapseed (3,99 euro) è un'edizione più "touch oriented" di questa stessa filosofia. L'App comprende diversi effetti applicabili con un semplice tocco, suddivisi in quattro macro-categorie denominate Bianco e Nero, Vintage, Drama e Grunge. 

Snapseeed non ha molti cursori: la selezione tra i parametri che si possono modificare in quel momento la si fa spostando il dito in verticale, il parametro scelto si modifica spostando il dito orizzontalmente.

La forza di applicazione del filtro può essere variata e, sperimentando con i vari parametri, si arriva rapidamente a risultati interessanti. Snapseed non ha una miriade di cursori tra cui orientarsi, punta su pochi parametri creativi fondamentali e li imposta con una tecnica davvero peculiare: spostare un dito in orizzontale varia l'impostazione di un particolare parametro, spostarlo in verticale porta (se previsto) a cambiare il parametro su cui agire. Molto interessante è la sezione Selective Adjust, che porta su iPad l'approccio dei Pennelli di Regolazione di Photoshop. 

Snapseed permette di definire diversi Punti di Controllo, per variare luminosità, contrasto o saturazione solo in determinate aree dell'immagine: qui ne vediamo due, uno per la luminosità (L) e uno per il contrasto (C)

In sintesi, è possibile aggiungere un numero qualsiasi di Punti di Controllo che costituiscono il centro di un'area circolare ridimensionabile in cui applicare una delle regolazioni fondamentali: luminosità, contrasto, saturazione. In mano a un utente con voglia di sperimentare, se non proprio esperto, sono strumenti potenti. Non mancano poi altre funzioni fondamentali: cropping, rotazione, sharpening, sfocatura (compreso l'effetto-diorama, di cui trattiamo immediatamente sotto) e disegno di cornici e bordi. C'è un limite alle dimensioni delle immagini in esportazione, ma è ampio (16,7 MP).

Snapseed integra diversi effetti predefiniti, modificabili secondo vari parametri: qui vediamo l'effetto Vintage, di cui possiamo modificare Stile, Trama, Luminosità, Saturazione e centro della vignettatura.

Un discorso a parte lo merita TiltShiftGenerator (0,79 euro), nato per realizzare un effetto solo: il cosiddetto effetto-diorama. Più tecnicamente, l'App simula il funzionamento degli obiettivi professionali basculabili e decentrabili - "tilt and shift", appunto - che hanno, tra le altre, la particolarità di mettere a fuoco aree molto limitate della scena inquadrata, lasciando sfocato tutto il resto. Partendo da una foto scattata in questo modo e variandone opportunamente luminosità, contrasto e saturazione, è possibile far sembrare la scena che abbiamo ripreso come un piccolo plastico.

TiltShiftGenerator fa una sola cosa - l'effetto diorama - ma la fa meglio delle funzioni analoghe inserite in altre App di fotoritocco più trasversali.

TiltShiftGenerator evita tutto il lavoro e soprattutto l'investimento in un costoso obiettivo professionale: importata una foto, l'App la modifica automaticamente per ottenere un primo risultato già accettabile. A noi il compito di ottimizzarlo agendo sui cursori a schermo e spostando con le dita la zona dell'immagine che risulterà a fuoco. Oggi l'effetto diorama è stato inserito in diverse altre App, ma TiltShiftGenerator è ancora quella che permette di gestirlo con maggiore precisione.