Activision Blizzard: poche domande di lavoro a causa delle polemiche

I recruiter di Activision Blizzard incolpano gli sviluppatori della scarsa presenza di candidati in seguito alle polemiche e alle denunce per molestie.

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a cura di Alessandro Colantonio

Editor - GameDivision

Sono settimane dure per Activision Blizzard, da quando un dipartimento governativo della California ha intentato una causa per molestie sul posto di lavoro dopo un indagine di due anni. Da allora è successo di tutto: testimonianze sui social, proteste dei dipendenti e dei giocatori e licenziamenti in tronco. E in tutto questo contesto tossico, pare che alcuni recruiter se la stiano prendendo con gli stessi dipendenti visto che non arrivano più molte richieste di assunzione.

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Il comportamento dei recruiter di Activision Blizzard è stato riportato da diversi dipendenti sui social. Secondo Valentine Powell, UI Engineer dell'azienda, un recruiter avrebbe intimato i dipendenti di "smetterla di essere così rumorosi", in riferimento alle proteste attive nelle diverse sedi di Blizzard. Il motivo di queste dichiarazioni sarebbe da ritrovarsi nel fatto che, a seguito dei report riguardo la tossicità dell'ambiente di lavoro dell'azienda, stanno arrivando poche richieste di assunzione.

Così scrive Powell nei suoi tweet, riportati in alto: "Così, ehi, sto vedendo i recruiter avvicinarsi ai lavoratori di Activision Blizzrd (ABK) che stanno spingendo per il cambiamento, dicendo loro di smettere di essere così rumorosi. A quanto pare questo rende difficile per loro trovare candidati. Non va mai bene dire alla gente di smettere di chiedere un ambiente di lavoro migliore. Le nostre richieste alla leadership non sono cambiate, e non hanno ancora avuto seguito. Vogliamo che le nostre aziende siano migliori, ma non possiamo farlo da soli, e questo ci richiede di essere eloquenti e persistenti nel chiedere loro di farsi avanti."

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Anche Jessica Gonzalez, altra dipendente di Activision Blizzard, ha pubblicato un messaggio inviato a lei proprio da un recruiter (non sappiamo se sia la stessa persona menzionata da Valentine Powell o un altro collega) che chiede di smetterla di pubblicare articoli e impressioni su quanto sta accadendo con l'azienda. Così recita il messaggio: "Ciao Jessica, sono in prima linea come recruiter. Alcuni degli articoli che stai condividendo stanno spaventando i candidati. ;-P Potresti condividere invece cosa stiamo facendo come azienda per eliminare questi comportamenti tossici? Activision Blizzard (ABK) ha fatto molti passi avanti per evitare tutto questo. I tuoi aggiornamenti non sembrano affrontare questi argomenti."

Molti altri dipendenti di Activision Blizzard hanno risposto a questi tweet con commenti di supporto, altri hanno fatto notare che, effettivamente, un recruiter che controlla attivamente ciò che i dipendenti pubblicano sui social probabilmente spaventa ancora di più i potenziali candidati che vogliano lavorare per Blizzard, e non è certamente un segno di un ambiente di lavoro sano. Sembra assurdo, in effetti, che alcune personalità di Activision Blizzard come i recruiter menzionati dagli sviluppatori, si comportino come se la colpa di questa situazione fosse delle persone che stanno protestando.

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