Paesaggi stretti

Infinity Ward lascia spazio a Treyarch, che torna a metter mano sulla serie Call of Duty dopo un discutibile terzo episodio. Scelta azzeccata?

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a cura di Tom's Hardware

Paesaggi stretti

Il palleggio strutturale è quindi una questione a due tra l'umidità delle giungle e il freddo polare dei paesi dell'est europeo. Ad accumunare le ambientazioni un solo fattore: il level design. Piuttosto lineari e poco estesi, gli stage soffrono una mancanza di originalità evidente. Le sessioni di gioco si rivelano quindi abbastanza ripetitive, lasciando ben poco spazio all'inventiva. Grazie al cielo, il gameplay rispolvera in toto il sistema di gioco di Call of Duty 4, offrendo una delle migliori esperienze possibili in ambito FPS. Pad (o mouse e tastiera) alla mano, infatti, si ha la piena sensazione di controllare il proprio soldato e di poter influire pesantemente sulle situazioni proposte.

Situazioni che però alla lunga puzzano aspramente di plagio. In più casi capita infatti di rivivere delle sequenze di Modern Warfare in un contesto differente, per non parlare del finale, palesemente ripreso da un altro episodio della saga. Il tutto è già visto e rivisto, ad eccezione di rarissimi casi favoriti dall'utilizzo di nuove armi (lanciafiamme in primis). L'evidente assenza di originalità è quindi un fattore che penalizza l'intera campagna in singolo, nonostante sia possibile percorrerla tutta in multiplayer (in coppia sullo stesso schermo, fino in quattro online).

Poca intelligenza

Altro scivolone, questa volta ben più preoccupante, è la gestione dell'intelligenza artificiale. Meno difficile rispetto a Call of Duty 4 (anche a livello Veterano), il gioco soffre in particolare la gestione dei proprio alleati. Più e più volte, infatti, vi potrebbe capitare di vederli agire senza il ben che minimo senso di strategia, per non parlare della loro dannata propensione a spingervi fuori dalle zone di copertura quando decidono di posizionarsi al vostro posto. Per di più, non si può fare altrettanto (immaginate cosa vuol dire non poter fuggire al riparo solo perché uno di loro vi blocca il passaggio). A livello Vetereno, dove il vostro status di salute crolla in tempi record, gli alleati sono totalmente inutili. Non meravigliatevi, quindi, di vederli snobbare un nemico pronto a farvi saltare la testa o, ancora peggio, a non rilanciare le bombe che piovono dal cielo come chicchi di grandine.

Un piccolo cenno meritano anche i nemici, che talvolta sembrano montare un binocolo con zoom 10x, considerata la loro propensione a vedervi sempre e comunque, anche tra i pertugi più impensabili. Difficile sì, ma frustrante no.

Questo difetto era presente anche in Modern Warfare, ma in maniera leggermente inferiore. Stesso identico discorso per il sistema di rigenerazione dei nemici. Una volta che vi siete appostati in una zona e avete fatto piazza pulita, la CPU continua a generare nuovi soldati dal nulla, almeno fino a quando non decidete di spostarvi verso il vostro prossimo obiettivo. A questo punto si generano delle fughe folli verso un punto di riparo, anche perché i checkpoint sono numerosi e spesso questa tendenza suicida è il modo migliore per raggiungere la zona seguente. Una scelta molto discutibile, in netta controtendenza con lo stile visivo dannatamente realistico del gioco.

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