.jpg)
Tecnica
Dal punto di vista grafico, Call of Duty: World at War è di primo livello. Le ambientazioni sono ben costruite, i dettagli sono parecchi e gli effetti luce fanno da padroni. Rispetto a CoD4 - uscito un anno fa - non sono stati fatti passi da gigante, tanto è vero che l'aliasing è più marcato, ma nel complesso non si può che restare soddisfatti, soprattutto di fronte a un frame rate ancorato ai 60 fotogrammi. Di notevole qualità anche le cut-scene, meno invadenti e dal forte taglio cinematografico.
Bene anche l'audio, come sempre in stile hollywoodiano.
World at War è quindi un titolo incompleto, che ha attinto quanto di buono è stato fatto per Modern Warfare, ma al tempo stesso ne ha estrapolato il peggio, per regredirlo a sua volta. Ne scaturisce così un'esperienza di gioco poco coinvolgente, che per di più si esaurisce nell'arco di cinque o sei ore al massimo. Va bene plagiare il lavoro altrui, ma almeno da questo punto di vista era doveroso percorrere un binario alternativo.
L'ancora di salvataggio dell'intera produzione è la modalità multiplayer, che neanche a farlo apposta copia e incolla quella di Call of Duty 4. In questo frangente, però, le novità introdotte (come i mezzi) sono coerenti e incrementano ulteriormente l'esperienza di gioco, dando - finalmente - una valida giustificazione all'eventuale acquisto del gioco. Altra novità è la tanto discussa modalità contro gli zombi nazisti, nella quale è richiesto di fronteggiare un'invasione di orde di mostri. Indubbiamente, al pari dell'Orda di Gears of War 2, è l'aspetto meno impegnativo ma più divertente del co-op tra amici.