Dragon Age è ineccepibile dal punto di vista della realizzazione. La grafica non è straordinaria, ma è comunque suggestiva, molto evocativa e ricca di particolari. La possibilità di seguire il personaggio selezionato sia in visuale dall'alto che in terza persona alle spalle è molto interessante anche se purtroppo in certe locazioni è difficile avere bene sott'occhio una battaglia. La telecamera strategica, con visione dall'alto, permette inoltre uno scorrimento molto limitato della locazione, quindi a volte bisogna passare in terza persona per vedere più lontano.
I modelli dei protagonisti, dei mostri e dei personaggi non giocanti sono ben realizzati e convincenti, un po' meno certe animazioni, come la corsa a schiena curva con le armi in mano in modalità da battaglia.
Il gioco funziona al massimo dei dettagli a risoluzioni fino a 1680x1050 anche su computer di un anno fa, nel nostro caso un Core 2 Duo 8400 con una Geforce GTX 280. Questo dimostra che probabilmente Bioware non ha voluto calcare la mano, forse per non distanziare troppo la versione per console da quella per computer. La prima comunque non offre la visuale in terza persona ma solo quella dall'alto.
La colonna sonora, che include anche alcuni pezzi cantati da una flautata voce femminile, è stupenda e diventa ripetitiva solo dopo molte ore di gioco. Il doppiaggio in inglese è di primissimo livello, e per chi scrive è una fortuna che il gioco sia in lingua originale ma sottotitolato in italiano. I soliti, scarsi, doppiatori italiani dei videogiochi almeno non hanno fatto scempio della bella interpretazioni degli interpreti originali. Ovviamente questo rende più faticoso seguire la trama per chi non capisce l'inglese, che dovrà accontentarsi di leggere le frasi sullo schermo.
I tempi di caricamento, anche su un PC con dischi in RAID, sono un po' lenti. Questo si può sopportare nel caso delle transizioni tra due grandi aree, come per esempio passando da una città a un posto completamente diverso. A volte però si aspettano svariati secondi semplicemente per entrare e uscire da una casa; inspiegabile, dovrebbe essere tutto in cache.