Qual è l'ingrediente segreto di HTC e Valve?

Hands-on e primo contatto con il Vive, il dispositivo per la realtà virtuale di HTC e Valve.

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a cura di Tom's Hardware

Qual è l'ingrediente segreto di HTC e Valve?

Per farla breve, quando si usa il Vive il livello di coinvolgimento non ha precedenti. È il primo sistema per la realtà virtuale in grado di offrire quello che si definisce "presenza costante". Più sensi riesce a beffare un dispositivo per la realtà virtuale facendo credere agli utenti di essere altrove, più il cervello lo percepisce inconsciamente come realtà. Da quello che ho capito in base ai racconti di chi li ha provati, anche i sistemi per la realtà virtuale della concorrenza sono in grado di offrire lo stesso livello di presenza del Vive, ma è una sensazione fugace. I limiti nella gamma di movimenti o i problemi con la precisione e la latenza dell'head tracking ci mettono poco a cancellare questa sensazione dalla mente e a trasportarvi nella realtà, che vi vede impegnati a guardare uno schermo con un visore sulla testa.

Quando ho usato il Vive tutto questo non mi è successo neanche una volta. Dal momento in cui ho messo il visore e ho preso in mano i controller fino alla fine della demo mi è sembrato di essere altrove. Questo è ciò che intendo per presenza costante. Il Vive riesce a raggiungerla grazie a una combinazione di elementi.

HTC Vive 19

Per cominciare, il rilevamento dei movimenti del volto del Vive è incredibilmente valido grazie all'uso dei cosiddetti fari laser. Durante la demo non c'è stato alcun errore legato a questo elemento e inoltre i fari sono in grado di rilevare i movimenti a 360 gradi, perché ce ne sono due agli angoli opposti della stanza. Oltre a questo preciso head tracking (che da quello che ho capito è in grado di offrire anche l'Oculus Rift Crescent Bay), il Vive aggiunge il rilevamento altrettanto preciso dei movimenti delle mani grazie al tracking dei controller. Inoltre, l'avanzato feedback aptico aggiunge ulteriore coinvolgimento.

A tutto questo bisogna aggiungere la libertà di movimento offerta dall'ambiente. Potersi muovere in un ambiente di gioco con il proprio corpo come si farebbe nel mondo reale, al posto di dover ricorrere alla pressione di un tasto sul controller o sulla tastiera, fa una grossa differenza sul modo in cui la mente percepisce lo spazio virtuale in cui ci si immerge.

HTC Vive 22

Infine, il Vive instilla un senso di sicurezza grazie alla precisione del tracking e al modo in cui controlla i movimenti nello spazio virtuale per assicurarsi di non camminare contro un muro reale. La griglia pulsante che appare in fronte agli occhi degli utenti nel mondo virtuale quando si è vicini a un muro reale permette di capire quando bisogna fermarsi. Sapere che il sistema sta controllando la nostra posizione in questo modo permette di muoversi senza paura nel mondo virtuale.

Attualmente l'unico impedimento al coinvolgimento totale sono i cavi necessari per collegarsi al sistema, ma durante la mia prova con il Vive mi sono accorto raramente di questo impiccio. La versione definitiva indirizzata agli utenti finali sfrutterà controller wireless, e ci sarà un solo cavo che parte dal visore, che dovrebbe garantire una maggiore facilità d'uso.