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Eclair e Froyo

In questo terzo articolo torniamo al 2010, anno in cui usciva il Nexus S prodotto da Samsung e Google assumeva Matias Duarte, un esperto di design che avrebbe lasciato un segno profondo nel sistema operativo mobile più diffuso al mondo.

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a cura di Tom's Hardware

Pubblicato il 04/01/2016 alle 11:29
  • Storia di Android: Android gioca in grande
  • I Nexus e il negozio online di Google
  • I campioni di Android
  • Ritorno al Nexus One
  • Android sul tablet
  • Eclair e Froyo
  • Inizia lo scontro con Apple
  • Apple nel 2010: Retina e iPad
  • Matias Duarte
  • Gingerbread e il Nexus S
  • Prossimo episodio: la trasformazione di Android

Eclair e Froyo

eclair statue

Con Android 2.0 Eclair l'evoluzione di Android continuava, con la costante aggiunta di nuove capacità (molte delle quali oggi si danno per scontate), come la sincronizzazione dei contatti e dell'account con applicazioni di terze parti, la ricerca nei messaggi o lo zoom con un doppio tap nel browser. La versione Android 2.1   aggiunse gli sfondi animati (integrati nel Nexus One) e alcune modifiche interne.

Dei tre aggiornamenti usciti nel 2010, il secondo era Android 2.2 Froyo, una tappa ancora più importante per quanto riguarda i cambiamenti interni. Android 2.2 introduceva infatti novità rilevanti per il sistema operativo, e poneva le basi per i Google Play Services – un elemento chiave nel mosaico che Google stava creando per Android, e che si sarebbe concretizzato un paio di anni dopo.

La rivalità tra Android e iPhone era fortissima nel 2010, ma all'epoca Blackberry era ancora il punto di riferimento in abito aziendale. Froyo rese Android un po' più adatto ai contesti aziendali e professionali, con il supporto per Microsoft Exchange e nuove API per l'amministrazione remota dei dispositivi.

Android guadagnò anche il tethering come servizio standard integrato, una funzione che trasforma lo smartphone in un modem da viaggio. Gli operatori avevano la possibilità di bloccare questa possibilità e la sfruttarono, ma restò comunque una fantastica novità – almeno per le persone che potevano usarla.

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Anche la comunicazione via cloud aprì nuove possibilità. Per esempio "Chrome to Phone" permetteva di inviare pagine e posizioni dal desktop allo smartphone; fu mostrata alla conferenza Google I/O del 2010. Le prestazioni delle applicazioni Android migliorarono molto grazie al compiler JIT, e la velocità aumentò notevolmente.

Come effetto collaterale, tutto questo diede al pubblico un rinnovato desiderio di aggiornamenti più veloci del sistema operativo Android – qualcosa per cui l'Android del 2010 non era pronto. Come primo partner del programma Nexus, HTC aveva accesso al codice in anticipo e le fu quindi possibile pubblicare Froyo per l'EVO e il Desire relativamente in fretta. La maggior parte degli altri OEM, invece, non poteva nemmeno cominciare a lavorarci fino alla pubblicazione del codice, dopodiché la necessaria certificazione da parte degli operatori rallentava ulteriormente le cose.

È una situazione familiare a chiunque abbia mai atteso a lungo un aggiornamento di Android. E anche se le cose sono migliorate negli anni successivi, questo difetto esiste ancora e sembra parte del DNA di Android. Ma ci fu comunque un bel passo avanti: gli utenti Froyo, nel 2012, potevano scaricare le nuove funzioni e gli aggiornamenti di sicurezza tramite i Google Play Services, anche senza un aggiornamento del firmware.

La compatibilità con Adobe Flash nel browser di Android fu una mossa importante nel 2010. Dava accesso a più contenuti interattivi e ad Android un notevole vantaggio sull'iPhone, almeno nel breve termine. Con il senno di poi, tuttavia, la versione mobile di Flash fu la scelta sbagliata. Flash funzionava decentemente su Android, considerata la dimensione dello schermo e il fatto che il software era progettato per mouse e tastiera, e per girare su computer ben più potenti e collegati a una fonte di costante energia elettrica. Ma lo standard HTML5 era la strada da seguire. 

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