L'alba dei marchi cinesi

Arriviamo all'ultimo dei nostri articoli dedicati alla storia di Android, incentrato sull'ultimo anno. È stato un periodo di grandi cambiamenti per Google e il mondo degli smartphone; cambiamenti che hanno preparato ciò che sarà Android nel 2016.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

L'alba dei marchi cinesi

huawei money financial

Da molti anni la Cina è il cuore dell'industria tecnologica, in particolare quella degli smartphone. Quasi tutti i prodotti sono assemblati in questo paese, così come la maggior parte dei componenti al loro interno. Nel corso del 2015, tuttavia, i marchi cinesi hanno cominciato a farsi strada anche nei mercati occidentali. Questo è particolarmente vero per Huawei; questo gigante delle telecomunicazioni fino a poco tempo fa era noto in Occidente solo per le accuse di spionaggio, e dagli addetti ai lavori nell'ambito delle infrastrutture. Oggi invece è un marchio noto a moltissimi consumatori, anche se non tutti (non ancora almeno).

nexus 6p redux 17

Questo si deve almeno in parte alla collaborazione con Google, grazie alla quale Huawei ha realizzato il Nexus 6P, il top di gamma 2015 dell'azienda californiana. Huawei ha richiamato l'attenzione anche per gli smartwatch con Android Wear (Huawei Watch). Entrambi questi prodotti hanno permesso a Huawei di distaccarsi da concorrenti cinesi come ZTE o Xiaomi agli occhi dei consumatori cinesi.

Puntiamo a fare il Nexus più bello e con la migliore qualità di tutti i tempi.

Huawei chiaramente ha trovato molto prestigio con l'ingresso nel "club Nexus", così come la sua importanza per il suo posizionamento globale. Il vicepresidente per la R&D Eric Fang ci ha detto (tramite un interprete) nel novembre 2015:

huawei ces 2014

"Non facciamo compromessi in termini di qualità ed esperienza utente sin dall'inizio, quando progettiamo il prodotto. Puntiamo a fare il Nexus più bello e con la migliore qualità di tutti i tempi. Credo che Google apprezzi la visibilità di Huawei e la nostra influenza nel mondo Android. E credo che Google riconosca anche la crescente quota di mercato di Huawei a livello globale".  

Altrove, la risposta di Huawei all'esercito di smartphone a basso ma di qualità relativamente buona è stato il sottomarchio Honor, che ha una forte presenza in Cina e sta crescendo molto in Europa. Per Huawei, Honor è un outlet che offre hardware di fascia media a prezzi competitivi in Europa (come l'Honor 7 o l'Honor 5X), ma anche prodotti più esotici in altri mercati basati su specifiche hardware particolari (come l'Honor 6 Plus o l'Honor 7i).

Leggi anche: Recensione Honor 5X

La rivale domestica di Huawei è Xiaomi, una grande forza in Cina che sta crescendo molto anche in India. La società ha assunto l'ex dirigente Google Hugo Barra, alla fine del 2013, a dimostrazione delle sue ambizioni globali. I piani di espansione globale di Xiaomi sono evidenti, ma il fatto che copi palesemente Apple potrebbe essere un problema, soprattutto nel mercato statunitense.

Lo OnePlus One ha centrato il bersaglio con il prezzo. E l'ha fatto al momento giusto, richiamando l'attenzione del pubblico.

Intanto OnePlus, una startup cinese molto vicina a Oppo, ha scelto una strategia diversa, con un marketing sfrontato (a volte troppo), prezzi aggressivi e un sistema di vendita controverso: chi vuole un loro prodotto deve prima procurarsi un invito, almeno nei primi mesi di vita del prodotto stesso. Lo OnePlus One è piaciuto a molti entusiasti del mondo smartphone, tra le altre cose perché fu il primo smartphone con Cyanogen OS.

Il cofondatore di Cyanogen Inc. ci ha detto una volta:

"[Lo OnePlus One] ha centrato il bersaglio con il prezzo. E l'ha fatto al momento giusto, richiamando l'attenzione del pubblico. E qualsiasi cosa facessimo, era buono. Era davvero buono".

Ma la relazione tra Cyanogen e OnePlus non è durata a lungo, e la seconda alla fine ha sviluppato il proprio sistema operativo per i suoi dispositivi, compreso il successore dello OnePlus One, vale a dire lo OnePlus 2.

Ma OnePlus non ha iniziato con un prezzo concorrenziale di proposito. Il cofondatore Carl Pei, in occasione del lancio dello OnePlus 2, ci ha detto che quello è il risultato della scelta di vendere direttamente al pubblico, tagliando i costi di marketing.

carl pei 0

"Ho visto molte persone e media dire che OnePlus dà grande valore al denaro speso per i suoi prodotti, e quello non è mai stato il nostro obiettivo. Abbiamo solo pensato che avremmo potuto fare un telefono molto valido. Per via del nostro motto, per la vendita diretta ai consumatori e perché non spendiamo molto in marketing. È un risultato naturale".

"Non stiamo cercando esplicitamente di fare un telefono economico. Infatti questo telefono probabilmente costa più di tanti altri, in parte per i materiali ma anche perché lavoriamo su una scala molto piccola rispetto alle grandi aziende. Costa molto di più procurarsi ogni componente".

Persino ZTE ha emulato OnePlus con la vendita diretta al pubblico, in particolare con il marchio Axon negli Stati Uniti.

Ci sono quindi molti marchi cinesi che stanno puntando a mercati maturi come quello europeo e quello statunitense. A cosa porterà questa continua guerra dei prezzi? Dovremo attendere per scoprirlo.

"Se riusciamo a far funzionare questo sistema avrete del buon software e non sarà abandonware", ha commentato Steve Kondik, "perché tutte quelle porcherie non sono che abandonware ora come ora".

cyanogen 2016

Per quanto riguarda Cyanogen, questa startup ha raccolto fondi per milioni di dollari e ora punta a portare il proprio software su smartphone super economici, si parla di 75 dollari, fuori dalla Cina. Al momento possiamo già comprare alcuni modelli che lo installano, ma costano un po' di più.

"Se compri uno di quei telefoni di fascia bassa, sostanzialmente si tratta di un OEM senza un team di sviluppo, che è andato da un ODM in Cina e ha detto voglio questo, a questo prezzo, ecco il mio logo. Magari c'è qualche altro telefono che ci piace. Così lo costruiscono, e queste persone gestiscono l'ultima parte del lavoro, il supporto, ed è tutto".

Se Cyanogen può portare le prestazioni a un livello accettabile, gestire gli aggiornamenti e creare un pubblico sostanzioso per questi smartphone economici, potrebbe riuscire a costruirsi una base solida nei mercati emergenti. La grande sfida? Riuscire a far scalare questa idea e adattarla alla moltitudine di dispositivi in circolazione.

"Abbiamo un po' di carne al fuoco", dice Kondik, "credo che abbiamo una strategia abbastanza buona per il futuro, ma c'è ancora molto lavoro da fare".