Google Glass e gli esploratori
Non sono mai mancate società che cercassero di mettere Android in oggetti che non fossero tablet o smartphone, ma la demo più spettacolare fu quella in cui Google X ci mostrò come sarebbe stato mettersi Android "in faccia". Sergei Brin saltò giù da un aereo per poi atterrare sul centro conferenze dove si teneva la Google I/O del 2012, e così facendo attirò l'attenzione di moltissime persone. Poco dopo la presentazione tutti i partecipanti ebbero l'occasione di registrarsi come explorer nell'ambito dell'iniziativa Project Glass. Per la prima volta vedevamo i Google Glass.
Era sostanzialmente un Samsung Galaxy Nexus compresso in un piccolo contenitore di plastica integrato in una montatura che si portava come un paio di occhiali. C'era un piccolissimo schermo per vedere le notifiche e altre immagini, e la piccola batteria integrata prometteva quasi un giorno intero di autonomia.

Project Glass non era ancora un vero e proprio prodotto commerciale, e non lo sarebbe mai diventato, ma il programma per gli sviluppatori (l'Explorer Program appunto) ci si avvicinava molto. Il prezzo elevato e i problemi derivati dal portare una videocamera sul viso generarono diversi dubbi, certo, ma le idee che c'erano alla base sono tra quelle migliori che si siano mai viste, per far sì che le persone siano presenti in ogni momento e lascino da parte lo smartphone. Recentemente Google ha deciso di "uccidere" (o meglio dire, ripensare) il progetto e non vende più i Google Glass, ma il lavoro di ricerca non è affatto finito. Ci sono ancora degli Explorer in giro per il mondo, che sperimentano questa tecnologia.