Il Samsung Galaxy Gear

Nell'estate del 2013 le indiscrezioni sugli indossabili erano una vera e propria tempesta. Prodotti basilari come il Pebble avevano dimostrato il potenziale di un oggetto che metteva al polso notifiche, controllo della riproduzione musicale e altre cose. Molte fonti sostenevano che Samsung, Google, Apple, LG e altri fossero al lavoro su oggetti simili.
Fu Samsung ad aprire le danze con il Galaxy Gear, che usava Android 4.2 Jelly Bean. Come aveva fatto con il Galaxy Tab e i tablet in generale, anche in questo caso Samsung giocava con troppo anticipo, portando Android su uno smartwatch prima che fosse davvero pronto per questo tipo di dispositivi. Con Galaxy Gear Samsung applicava agli indossabili il proprio approccio all'hardware e al software, con risultati altalenanti. C'era il grande display AMOLED, ma anche pulsanti goffi e un'enorme "rigonfiamento" sul cinturino.
L'interfaccia era confusionaria, l'autonomia discutibile, e come gli smartphone Samsung dell'epoca, il Galaxy Gear dava l'impressione di qualcuno che prova a fare troppo. Le vendite non andarono molto bene, come suggerirono anche alcuni documenti trapelati ufficiosamente. Ma Samsung colse l'occasione per imparare, e correggere il tiro con dispositivi indossabili più gestibili, come il Gear S2.
Un paio di anni dopo il Galaxy Gear ha fatto una fugace apparizione nel film Jurassic World, insieme ad altri dinosauri.