3DMark

Futuremark festeggia 15 anni di 3DMark. Per molti un semplice benchmark sintetico per farsi una rapida idea delle prestazioni di una scheda video, per altri un passatempo senza senso. Per noi un buon modo per ripensare all'evoluzione della tecnologia grafica.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

3DMark

L'ultimo 3DMark, proprio di quest'anno, ha segnato una svolta per Futuremark. Da sempre legato ai PC Windows, 3DMark è sbarcato anche su altri sistemi operativi e dispositivi. Adesso si può usarlo per testare le prestazioni dei prodotti Windows, Windows RT, Android e iOS. Le varie versioni sono arrivate in date differenti, a partire dal 4 febbraio (Windows).

A differenza delle precedenti build, questo 3DMark - ancora compatibile con le DX 11 - ha test separati che producono ognuno un punteggio. C'è Ice Storm, un test DirectX 11 feature level 9 / OpenGL ES 2.0 dedicato a smartphone, tablet e PC entry-level. Ice Storm Extreme usa test più probanti. Cloud Gate è un test DirectX 11 feature level 10 per PC tradizionali e notebook, mentre Fire Strike è un test DirectX 11 per i PC da gioco. Fire Strike Extreme invece è ancora più pesante, l'ideale per i sistemi multi-GPU.

Quest'anno Intel ci ha "propinato" i processore Haswell, appena più veloci della precedente generazione Ivy Bridge, a sua volta poco più rapido delle proposte Sandy Bridge, almeno in fatto di calcoli tradizionali. La GPU integrata nella CPU ha fatto invece decisi passi avanti. AMD, nel frattempo, ha una gamma FX che non aggiorna dalla fine del 2012, mentre tra le mille difficoltà finanziarie ha continuato a migliorare le APU. Quest'anno è toccato a Richland, design solo marginalmente migliore rispetto al precedente Trinity, ma la "svolta" - o almeno così si promette - arriverà con l'APU Kaveri a inizio 2014, la prima soluzione HSA con GPU Graphics Core Next.

Sul fronte delle GPU, mentre Nvidia si è concessa un aggiornamento della famiglia GeForce 600 con alcune soluzioni 700 basate sulla medesima architettura Kepler, sul finire di quest'anno abbiamo accolto le nuove proposte di AMD. Per larga parte ci troviamo davanti a un'ottimizzazione e rimarchiamento delle soluzioni HD 7000, ma la casa di Sunnyvale non si è fatta mancare un nuovo chip, Hawaii, caratterizzato 6,2 miliardi di transistor.

La Radeon R9 290 e la R9 290X sfruttano proprio la nuova GPU, ma c'è stato di che discutere: l'inefficiente sistema di raffreddamento standard di AMD e il meccanismo PowerTune, impattano negativamente sulle perstazioni delle schede all'aumentare delle temperature. Per questo in molti stanno attendendo le schede dei partner, oppure hanno potenziato il ricircolo dell'aria all'interno del case.