Doom

John Carmack è una figura di primo piano del mondo del gaming e non solo, Ma com’è diventato quello che è? Qual è stato il percorso che l’ha fatto diventare il personaggio che è? Abbiamo provato a raccontarvelo attraverso 10 tappe fondamentali della sua vita.

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a cura di Alessandro Crea

doom

La pietra miliare dell’azienda arriva però l’anno successivo, a dicembre del 1993 e si chiama Doom, non a caso destino in inglese.

Doom girava su un nuovo motore grafico sviluppato come sempre da John Carmack e noto come Doom Engine o ID Tech 1, che sarà poi utilizzato anche nel sequel del 1994 Doom II: Hell on Earth.

Il motore era molto più avanzato rispetto a quello utilizzato per il titolo precedente e consentiva tra le altre cose l'utilizzo di texture, variazioni di altezze nei piani orizzontali, illuminazione variabile e stanze non necessariamente ortogonali, ma il motivo del suo successo va cercato altrove.

Se Wolfenstein 3D qualche modo ancora prendeva più di uno spunto dal precedente Castle Wolfenstein, Doom propone un mondo tutto nuovo, intriso di cultura pop e geek. Dentro c’è tutto, un alto livello di violenza, mostri di tutti i tipi e un eroe solitario che deve combattere per uscire dall’incubo, forse quello dentro la sua testa.

L’idea vincente ancora una volta è di Carmack: è lui infatti a proporre l’idea “demoni contro tecnologia” alla base del gioco, un mix pop tra Alien e La Casa, che mutua dal primo le atmosfere futuristiche e claustrofobiche e dal secondo i mostri grotteschi, l'uso di armi come il fucile a pompa e la motosega e in generale la tematica splatter.