GameDivision Awards | I Migliori Giochi del 2021

Fra Awards, sorprese e titoli immancabili, scopriamo insieme i migliori giochi che ci hanno accompagnato nel corso di tutto il 2021.

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a cura di Andrea Maiellano

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Abbiamo voltato pagina, il 2022 è ufficialmente iniziato e le feste stanno per concludersi. I The Game Awards sono ormai un ricordo e le varie testate nazionali, e internazionali, hanno già annunciato le loro personalissime classifiche. Come ogni anno, anche noi di GameDivision abbiamo deciso di tirare le somme sull'anno appena concluso e consigliarvi i quindici giochi che, per un motivo o per l'altro, ci sono rimasti sotto pelle.

Questa infatti non è una classifica, potete leggerla nell'ordine che volete, è solo una raccolta di quelle produzioni videoludiche che ci hanno emozionato, divertito e, in alcuni casi, fatto elargire il nostro award redazionale. Con l'augurio che al suo interno possiate scoprire qualche titolo che vi siete persi durante l'anno, e che possa intrattenervi in queste prime settimane di un 2022 che si preannuncia davvero intenso per il panorama videoludico, non ci perdiamo in ulteriori chiacchiere e andiamo a cominciare...

It Takes Two

Questa lista non poteva che essere aperta da quel piccolo capolavoro realizzato da Josef Fares e dai suoi Hazelight. It Takes Two è un'esperienza in grado di ricordarci quale sia il vero significato di videogiocare e lo fa adornandosi di una narrativa delicata, a tratti malinconica, in altri momenti spensierata ma sempre pronta a far riflettere i giocatori.

It Takes Two è un'esplosione incontrollabile di gioia e idee, il vero significato del videogiocare più puro e orientato al creare un'esperienza che ricorderete da qui fino ai prossimi anni. Ogni livello è come se fosse un gioco a se stante, ambientato nell'immaginario della nostra infanzia. Ci sono così tante idee brillanti, che è impossibile non perdersi per ore in ogni singolo istante di It Takes Two.

Il tutto all'insegna del sentimento più comune che ci possa essere: l'amore e il volersi bene nonostante tutto. Un sentimento tanto basilare quanto perfetto per un progetto votato al giocare insieme.

Metroid Dread

Mentre tutti i fan di Samus Aran aspettavano con trepidazione notizie in merito al quarto capitolo della serie Prime, Nintendo stupì tutti con l'annuncio di un nuovo capitolo della serie in due dimensioni. Metroid Dread si è rivelato il sequel che nessuno si aspettava; arrivato dopo un'attesa di quasi vent'anni dal precedente capitolo per Game Boy Advance.

Metroid Dread è semplicemente la dimostrazione concreta di come deve essere un ottimo gioco d'azione in due dimensioni. Longevo il giusto, pregno di situazioni interessanti, adornato da un ottimo level design e mosso da un gameplay facile da apprendere ma difficile da padroneggiare. L'esclusiva per Nintendo Switch, al netto di alcune sbavature, mostra chiaramente come le due dimensioni non sono sinonimo di "produzioni minori" e che se dietro le quinte si muove un team di sviluppo competente e ispirato, il genere ha ancora moltissimo da offrire.

Se proprio dobbiamo trovare un difetto a Metroid Dread, appuntiamo lo scarso impegno da parte dei suoi creatori nell'offrire un sontuoso riassunto in grado di permettere a chi scoprirà la serie con questo capitolo, di poter cogliere tutte le sfumature, e i riferimenti al passato, con cui Sakamoto ha voluto abbellire la sua ultima creazione.

Anche senza conoscere ogni dettaglio dei capitoli precedenti, Metroid Dread resta un gioco perfettamente godibile da chiunque e che consigliamo vivamente a chiunque possieda una Nintendo Switch e, soprattutto, voglia comprendere come mai la serie di Metroid è entrata nella storia videoludica.

Forza Horizon 5

La nuova produzione di Playground Games è un concentrato di next-gen, accessibilità e sapiente capacità di intrattenere quasi ogni tipologia di giocatore, cercando di scrollarsi di dosso la nomea che "un gioco di guida non è per tutti". Forza Horizon 5 riesce a sorprendere per la sua malleabilità, riuscendo a divertire davvero chiunque con una storia disimpegnata, un open world pieno di attività divertenti e mettendo in scena il concetto più puro di libertà.

Forza Horizon 5 è a tutti gli effetti la prima vera produzione next-gen per Xbox Series X|S (escludendo la conversione di Flight Simulator). Un lavoro, in termini produttivi, realmente impressionante e che non può che esaltare il talento e la bravura di Playground Games nel saper realizzare un videogioco contenutisticamente enorme e tecnicamente sbalorditivo.

Il festival Horizon ambientato in Messico è una vera e propria lettera d'amore per gli amanti dei videogiochi automobilistici, nonché una bellissima cartolina rappresentante una fra le più belle ambientazioni mai viste in un'opera videoludica. Forza Horizon 5 è un capolavoro pronto a lasciarvi a bocca aperta a ogni chilometro, a divertirvi a ogni curva e pronto a sfrecciare, senza indugi, tra i migliori giochi del 2021.

Kena: Bridge of Spirits

Kena: Bridge of Spirits è quella produzione indipendente che non ti aspetti. Mostrata per la prima volta all'evento di presentazione di PS5, nel 2020, il titolo di Ember Lab ha saputo fin da subito catturare l'attenzione di tutti grazie a un comparto tecnico davvero lodevole e delle meccaniche da action/platform vecchio stampo.

Una volta messe le mani sul gioco, però, Kena: Bridge of Spirits si è rivelata un'esperienza che è andata oltre le nostre più rosee aspettative. Ember Lab, al suo primo videogioco, ha dato vita a un mondo coloratissimo e visivamente straordinario, grazie a un art design di grande livello e valori produttivi decisamente sorprendenti, soprattutto per quanto concerne le ottime cinematiche che accompagnano la storia della giovane eroina.

L'importante, e delicato nella sua narrazione, viaggio di Kena ci ha emozionato e meravigliato. Riuscendo a non tediarci mai e a lasciarci con un sorriso beato, lo stesso che si ha quando si termina di leggere una fiaba senza trempo. Il mercato dei videogiochi ha bisogno di avventure di questo tipo, ha bisogno di questi progetti indipendenti, ha bisogno di Ember Lab... ha bisogno di Kena.

Halo Infinite

La presenza di Master Chief all'intento di una lista dei migliori giochi dell'anno è un avvenimento che non si vedeva da diverso tempo ma 343i è riuscita, al netto di uno sviluppo decisamente travagliato, a regalare uno dei migliori capitoli della serie di punta di Microsoft. Halo Infinite è tutto quello che un fan di John-117 vorrebbe trovarsi fra le mani, la fusione fra vecchio e nuovo in un capitolo che riesce a staccarsi da un importante passato volgendo al futuro in maniera rispettosa verso gli elementi che hanno reso grande Halo.

Nonostante i tanti dubbi iniziali, Halo Infinite riesce dove altri FPS hanno fallito: emozionare con una campagna ben strutturata e divertire con un gameplay solido e ben bilanciato. Permane la delusione di alcune mancanze al lancio e di un impianto tecnico non sempre inappuntabile ma il tutto viene bilanciato da una fluidità impareggiabile e un comparto artistico ispirato sotto ogni punto di vista.

Il Re degli sparatutto in prima persona su console è ufficialmente tornato, ora il futuro sta tutto nelle mani di 343i, che dovrà dimostrare di saper gestire e supportare il titolo per i prossimi anni.

Returnal

Unire un genere di nicchia come il "roguelike" a una produzione tripla A e a una storia dal taglio altamente cinematografico può sembrare una follia ma Returnal, di Housemarque, ci ha dimostrato che l'impossibile non esiste. Divertente, frenetico, longevo e con una struttura ludica bilanciata sotto molteplici aspetti, l'esclusiva per PS5 uscita la scorsa primavera si è dimostrata capace di convincere pubblico e critica, portando Sony ad acquisire Housemarque introducendola nella famiglia dei PlayStation Studios.

Returnal è un'opera di qualità assoluta, un prodotto tripla A che si disinteressa completamente dalle storie lineari e dai racconti ben recitati, per abbracciare il gioco nel senso più letterale del termine. Housemarque è infatti sbarcata tra i grandi creando un "arcade bullet hell" vecchio stampo, dove i riflessi, l'intelligenza e soprattutto la pazienza, sono le uniche virtù necessarie per riuscire a sopravvivere e far luce sul mistero che circonda i collegamenti fra Selene e Atropos.

Un'esperienza che riesce ad appagare, sorprendere e smentire le chiacchiere da bar che vedono Sony indisposta nell'investire in produzioni originali, diversificate e, soprattutto, coraggiose. Housemarque con Returnal ci ha presentato proprio questo: una produzione temeraria sotto molteplici aspetti... esattamente come la sua protagonista.

Deathloop

Un'esclusiva temporale per PS5, basata sui loop temporali, uscita in una linea temporale dove chi l'ha sviluppata è diventato parte dei Xbox Game Studios prima dell'uscita del gioco. Se tutto questo vi ha confuso, la storia di Deathloop riuscirà a farlo ancora di più. La storia di Colt e Julianna appare molto basilare di primo acchito ma riesce a ramificarsi in direzioni inaspettate non appena il giocatore deciderà di scoprire cosa si cela dietro al loop temporale che attanaglia Blackreef.

In Deathloop c’è tutta l’esperienza maturata da Arkane Lyon con il genere degli Immersive Sim il che lo rende un gioco audace e accattivante. Un’esperienza piena, capace di sorprendere e nascondere un segreto in ogni angolo di Blackreef. I poteri sovrannaturali sono semplicemente fantastici, una gioia da utilizzare da soli e in combinazione con strumenti versatili come l’hackamajig.

Il livello di furbizia e reattività dell’IA nemica è tarato eccessivamente verso il basso, rendendo spesso gli scontri molto facili da superare, ma Deathloop non vuole essere uno sparattutto quanto, appunto un Immersive Sim con meccaniche stealth. Proprio come gli anni Sessanta a cui si ispira nelle estetiche, e nello spirito, Deathloop è un invito a esplorare, sperimentare e sfidare le convenzioni e i sistemi esistenti, a partire dalle etichette che spesso utilizziamo per definire un gioco e dalla concezione che abbiamo maturato di come certi generi dovrebbero essere giocati.

Psychonauts 2

Il 2021 è stato l'anno dei ritorni inaspettati e se rivivere le avventure in due dimensioni di Samus Aran non fosse bastato, Tim Schaffer ha pensato bene di ritornare sulle scene con Psychonauts 2. Razputin ci ha messo ben sedici anni a tornare sulle scene ma lo ha fatto con uno dei platform migliori da molto tempo a questa parte.

La narrazione folle, e ricca di idee geniali, riesce nell'intento di agire su più livelli, divertendo e spingendo costantemente il giocatore a riflettere su quanto possa essere complessa la psiche umana. Pur non portando nulla di rivoluzionario per il genere, la nuova opera di Double Fine riesce a correggere tutte le incertezze presenti nel primo capitolo offrendo un gioco raffinato, godibile sotto ogni punto di vista, con un level design sopraffino e adornato da un comparto artistico totalmente sopra le righe.

Se siete amanti del genere platform, adorate i comparti narrativi che offrono diverse chiavi di lettura o, semplicemente, siete fan di Double Fine, Psychonauts 2 è un titolo che non potete permettervi di lasciarvi scappare.

Lost Judgment

Seguito di quel Judgment nato da una scapola della celebre serie Yakuza, Lost Judgment è il "classico" capitolo della maturità, capace di definire le caratteristiche di un progetto che, nato un pò per gioco un pò per diletto, ha convinto praticamente tutti al suo esordio.

Lost Judgment si dimostra, come da copione, il degno spin-off di Yakuza, incarnando elegantemente la filosofia e i valori ludici che tanto hanno fatto palpitare gli appassionati. La trama si dimostra essere un vessillo di maturità per il brand, ora per le stoccate di critica che rivolge alla società odierna, ora per il cinismo con cui discorre di etica e psicologia.

Il gameplay volteggia tra pirotecniche mosse di arti marziali e avvincenti approcci stealth, che si apprestano a uno stile duttile e libero. Sorvolando su qualche goffa resa tecnica, l’opera attinge da un comparto artistico di livello, capace di ammaliare il giocatore con una smodata attenzione al dettaglio e alla pianificazione urbana.

Sono da sottolineare gli sforzi fatti per rendere il gameplay vario e in perenne crescita durante tutta l’esperienza, poiché richiama l’attenzione in una sfilza di ritocchi o sfaccettature in termine di game design davvero esaltanti. Un’altalenante profondità esplorativa stona con il lavoro superbo fatto in altri segmenti di sviluppo ma è comunque in grado di garantire scorci gonfi di mistero e magnetico riverbero urbano. Sarà un piacere perdersi nella città o nei club, solo non ubriacatevi troppo o rischiate di sbandare con lo skateboard come me…su più auto di fila.

Unmetal

Oh mio Dio! Cosa ci fa un titolo indipendente, semisconosciuto e realizzato in pixel art, all'interno della lista dedicata alle migliori produzioni dell'anno? Semplicemente, sta al suo posto! Eh già, perché UnMetal rappresenta l'unico tributo possibile all'estro di Hideo Kojima e all'opera che più lo ha reso celebre.

UnMetal non è solo un’irresistibile parodia di Metal Gear Solid, ma anche un ottimo gioco, capace di intrattenere e divertire grazie a un gameplay semplice ma perfettamente riuscito in ogni suo aspetto. Sia che siate dei fan dell’opera magna di Hideo Kojima, sia che vogliate passare qualche ora spensierata con uno stealth vecchio stampo non dovreste farvi sfuggire per nessun motivo UnMetal.

UnMetal rappresenta chiaramente quanto una valutazione numerica non possa definire a 360° le qualità di un'opera. Il budget ridotto, e la forza lavoro ridotta la minimo, non hanno minimamente fermato gli autori dal realizzare un concentrato di fan service, citazioni rispettose e parodie divertenti, il tutto confezionato in un prodotto che, seppur breve, offre un'esperienza solida sotto ogni punto di vista.

The Artful Escape

Esattamente come per UnMetal, anche per The Artful Escape un numero non potrà mai dare il reale valore a un'opera emotiva come quella realizzata da Johnny Galavatron, capace di risultare meravigliosamente visionaria, drammaticamente introspettiva o eccessivamente tediosa, in base al tipo di persona che vi si immergerà.

Se siete alla ricerca di un titolo longevo, ricco di cose da fare e che metta a dura prova le vostre abilità... ignoratelo completamente. Se, invece, siete alla ricerca di un'esperienza differente, emozionale e in grado di farvi riflettere, dovreste assolutamente dedicargli una serata, lasciandovi leggere nell'animo dalle paure del giovane Francis.

The Artful Escape è una favola moderna, delicata e visionaria, da fruire interamente in una serata e che trova un bilanciamento perfetto nella sua breve durata. Un’esperienza che, in quanto tale, non merita di essere analizzata, non merita di essere raccontata… merita solo di essere vissuta.

Marvel’s Guardians of the Galaxy

Dopo il tonfo fatto da Square-Enix con il precedente Marvel's Avengers, le aspettative verso Marvel’s Guardians of the Galaxy erano parecchio contenute. Il timore di trovarsi di fronte all'ennesima licenza sprecata era alto ma gli sviluppatori hanno saputo convincere tutti con una produzione che fa della narrativa, e del comparto artistico, i suoi punti di forza maggiori.

Marvel’s Guardians of the Galaxy è un buon gioco che riesce a catturare pienamente l’anima dei Guardiani della Galassia, regalandoci una avventura colma di battute, emozioni, momenti adrenalina e tanta buona musica. Peccato solo per una struttura di gioco a tratti eccessivamente lineare e che sembra non sorreggere pienamente il potenziale dell’opera realizzata da Square.

Si poteva indubbiamente fare qualcosa di più ma alla fine dei conti Marvel's Guardians of the Galaxy riesce pienamente a incarnare lo spirito dei Guardiani della casa delle idee ponendosi come un ottimo, e immancabile, inizio per una serie che potrebbe diventare il fiore all'occhiello di Square nei prossimi anni.

Tales Of Arise

Tales Of Arise è a mani basse uno dei migliori capitoli della serie, nonché un JRPG in grado di ammaliare una fascia di pubblico molto più ampia rispetto al passato grazie a un impianto ludico immediato, divertente e amalgamato perfettamente a un comparto narrativo solido e ben scritto.

Nelle oltre 50 ore richieste per portarlo a termine, difficilmente percepirete alcun sentore di tedio per le vicende che vengono raccontate. Il merito è tutto da ritrovarsi in una formula che sembra realizzata in laboratorio per quanto appare bilanciata e votata ad accontentare sia i fan di vecchia data, sia gli estimatori del genere, sia chi si avvicinerà ai JRPG per la prima volta proprio con Tales Of Arise.

Indubbiamente siamo di fronte a una produzione che ci sentiamo di consigliare a tutti, che rompe con uno storico passato e che getta le basi per un futuro radioso per la serie. Non resta che augurarsi che il prossimo capitolo riesca a canalizzare quanto di buono proposto in Tales Of Arise dentro a un progetto con un carisma tale da rimembrare i migliori capitoli dello storico passato della serie.

Resident Evil Village

Indubbiamente trovare l'ottavo capitolo canonico di Resident Evil in questa lista potrebbe far storcere il naso a molte persone ma la realtà dei fatti è che Resident Evil Village è un ottimo sequel del precedente capitolo, nonché un perfetto "episodio di mezzo" e uno fra i migliori capitoli della serie di Capcom.

Resident Evil Village riesce nell'arduo compito di bilanciare al meglio le dinamiche di gioco alternando momenti dall'elevato tasso adrenalinico a situazioni molto più in linea con i canoni della serie, basate sul generare un costante senso di tensione nel giocatore. Al netto di una deriva maggiormente "action", e di un "fattore rigiocabilità" eccessivamente anacronistico, il primo giro di giostra offerto da Resident Evil Village riesce a incollare il giocatore alla sedia per tutta la sua durata.

Non siamo sicuramente di fronte a una produzione pensata per far cambiare idea a chi non ha apprezzato la nuova veste "in prima persona" inaugurata col precedente Biohazard ma non si può che elogiare Capcom per essere riuscita a confezionare un sequel solido, convincente e, soprattutto, capace di celebrare silenziosamente i 25 anni del suo franchise più famoso.

Ratchet & Clank: Rift Apart

Chiudiamo questa lunga lista con quello che doveva essere il cavallo di battaglia di PS5 per il 2021: Ratchet & Clank: Rift Apart. Un sequel che prometteva grandi rivoluzioni in ambito videoludico grazie all'hardware di PlayStation 5 ma che si è rivelato essere un progetto molto meno ambizioso di quanto promosso a gran voce da Sony.

Questo però non deve trarre in inganno perché Ratchet & Clank: Rift Apart è un tripudio di colori adornato da un comparto tecnico di altissimo livello, capace di esaltare un arsenale in grado di distruggere una galassia intera. Con una spinta narrativa maggiore rispetto ai precedenti capitoli, e l'aggiunta di qualche personaggio ben caratterizzato, oltre a una direzione artistica degna di un applauso, Rift Apart pecca solamente nella mancanza di coraggio da parte degli sviluppatori di osare di più.

Se Rift Apart ci voleva far assaporare la potenza dell'hardware di PlayStation 5, l'ha fatto magistralmente ma noi adesso da Insomniac pretendiamo una nuova trilogia che possa essere in grado di andare oltre il pregevole compito portato a termine... perché sappiamo sono in di andare oltre il semplice scalfire la superficie della nostra meraviglia.