Potenza del processore

Preview - I nuovi Atom Moorestown della serie Z6xx offrono prestazioni mai viste prima.

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a cura di Tom's Hardware

Potenza del processore

Intel si riferisce a Lincroft come ultra-low-power core, o ULP. Si tratta di un processore single-core con Hyper-Threading (che mostra la sistema operativo due core logici). Il chip supporta il codice a 64-bit e l'Intel Virtualization Technology, come per il Core 2 Duo. Lincroft è dotato di 24K di cache dati e 32K di cache istruzioni di primo livello. Ci sono poi 512K di cache L2 e nessuna cache L3. La velocità di funzionamento è pari a 1.9 GHz.

Questa velocità è però definita come "burst mode". Lincroft usa quattro primari stati operativi: Ultra-Low Frequency (ULFM), Low-Frequency Mode (LFM), High-Frequency Mode (HFM) e Burst Mode. Il chip passerà la maggior parte del tempo in modalità ULFM, cioè a 200 MHz.

La tecnologia Intel Burst Performance (BPT) è una sorta di Turbo Boost, in grado di offrire maggiori prestazioni quando necessarie. Nel grafico qui sotto, potete vedere che l'HFM è il "limite termico", cioè il TDP. La piattaforma non potrà mai eccedere questo limite, sia per quanto riguarda la CPU (Tj) che lo chassis (Tskin). Se succede, l'intera piattaforma verrà portata ai punti di ripristino LFM o ULFM, per permetterne il raffreddamento, fino a quando la temperatura non raggiungerà un livello tale da permettere un altro "burst" (picco). Naturalmente queste transizioni avvengono su frazioni di secondo.

La modalità Burst supporta anche il profilo energetico "race-to-halt", gestito dall' Operating System-directed Power Management (OSPM). Race-to-halt riflette lo stesso concetto presente negli ambienti server: lo scopo del gioco è gestire il lavoro il più velocemente possibile per tornare prima in uno stato energetico più basso (idle). Mentre il burst usa un profilo energetico più alto, il lavoro viene svolto più velocemente e a conti fatti si torna in uno stato che permette di risparmiare energia. La funzionalità OSPM è presente nei driver e ora supporta modalità di risparmio anche mentre il dispositivo è attivo.

OSPM lavora assieme ai controller hardware e funziona come una sorta di arbitro. Il software decreta le regole, ma è l'hardware che si occupa di gestire i cambi energetici. Come possiamo aspettarci, il consumo e le prestazioni variano in base all'applicazione usata, e una parte dell'OSPM è la gestione dei profili in base all'hardware e all'attività software. Durante una sessione multitasking, con differenti profili d'uso che possono essere applicati assieme, è l'hardware ad avere l'ultima parola.