Robot e apprendimento

Il filone della fantascienza è sempre stato molto prolifico, sin dai tempi di Verne. Libri, fumetti e film ci hanno sempre regalato storie ricolme di oggetti incredibili, e con una tecnologia all'avanguardia, che rendeva spettacolare anche il gesto più quotidiano. Ecco alcune cose che sono diventate realtà, o quasi.

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a cura di Tom's Hardware

Robot e apprendimento

Tutti ricorderanno il film e la saga di Terminator, di cui vedremo il quarto capitolo l'anno prossimo (e altri due sono programmati). Il punto centrale della storia è la "rivolta delle macchine", ad opera del computer Skynet, nell'agosto del 1997 (il primo film è del 1984). I Terminator, i robot dediti allo sterminio degli umani superstiti, sono capaci di operare autonomamente e, cosa più importante, di imparare. Li abbiamo visti in tre forme: carro armato, hovercraft e umanoide, quella più famosa. Come ci racconta il film, hanno spazzato via il genere umano, eccetto un piccolo gruppo che resiste, guidato da John Connor, che nel prossimo film avrà il volto di Christian Bale.

I robot militari, in verità, non somigliano molto a Schwarzenegger, ma piuttosto a pesanti mitragliatrici montate su carri, oppure a piccoli velivoli senza pilota. Si tratta di artefatti come il modello MQ1 Predator, che ha già giocato un ruolo importante nei conflitti più recenti. Il Predator, in verità, è comandato a distanza, ma ci aspettano mezzi molto più indipendenti. Il 29 agosto scorso, per esempio, i ricercatori di Stanford hanno annunciato di aver creato un'intelligenza artificiale capace di pilotare un elicottero, e di apprendere come muoversi in percorsi complessi e pieni di ostacoli, semplicemente seguendo l'esempio di un altro velivolo controllato, a distanza, da un pilota umano. La data sarà una semplice coincidenza, o è il caso di preoccuparsi?

Ologrammi solidi

I primi albi degli X-men comparvero nel 1963, e a quell'epoca la Stanza del Pericolo, dove tut'oggi si addestrano, era composta di ostacoli robotici, missili e lanciafiamme. Nel 2006, quando è uscita la prima pellicola dedicata a questi eroi, la stessa stanza si era tramutata in un ambiente artificiale, dove si combatteva con ologrammi solidi. Gli X-Men, in ogni caso, non sono gli unici a godere di questa tecnologia, che avevamo già visto nella serie "Star Trek: The Next Generation", sotto il nome di "Ponte Ologrammi". Probabilmente il primo a pensarci è stato lo scrittore Roy Bradbury, famoso per "Farenheit 451".

Gli ologrammi solidi sono ancora lontani, ma qualche passo è stato fatto. Lo scorso settembre l'università di Tokio ha annunciato di aver inventato un dispositivo in grado di creare "forme semi solide" e del tutto invisibili, affidandosi alle onde ultrasoniche. Sfortunatamente, i ricercatori non hanno idea di come raggiungere la piena solidità, perché le frequenze necessarie distruggerebbero l'orecchio umano. Al momento, si descrivono le forme ottenute come un qualcosa che "spinge le dita", come una una brezza leggera. Questa tecnologia potrebbe essere il primo passo verso il Ponte Ologrammi?